Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Crociere, levata di scudi contro il ministro

Zaia: Grandi Navi irrinuncia­bili. Le categorie economiche: «A rischio l’intero porto di Venezia»

- Martina Zambon

VENEZIA Questa volta sono i giganti del mare, a dividere gli alleati legastella­ti. Tanto che il governator­e Luca Zaia, solitament­e prudente nelle faccende governativ­e, questa volta va giù piatto: «Venezia e il Veneto non possono rinunciare alla crocierist­ica». Sarà che sulla Marittima Palazzo Balbi ha investito risorse ingenti e che la Marittima senza grandi navi perderebbe tutto il suo valore. La dichiarazi­one, a latere dell’incontro di ieri con il vicepremie­r Matteo Salvini, risponde alla nota del ministro alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli (M5s)in cui si scrive, nero su bianco, «via le Grandi Navi dal perimetro della laguna». Con la chiosa che, tutto sommato, si potrebbe pensare anche a Chioggia come punto d’approdo. Il governator­e, invece, lo dice chiaro e tondo: «Per non rinunciare alla crocierist­ica bisogna che le navi entrino in laguna ma senza passare per il canale della Giudecca, nel bacino di San Marco». In sintesi, Zaia difende la posizione del Comitatone: grandi navi a Marghera e piccole navi da crociera in Marittima. Non la vede così Davide Scano, capogruppo dei Cinque Stelle a Ca’ Farsetti: «Sono certo che il governo troverà la quadra. Vorrei ricordare, però, che una volta strozzata, la gallina dalle uova d’oro non rende più. Sembra che l’esperienza

” Marinese Da un ministro mi aspetto dialogo con la città, non slogan pubblicita­ri

del canale dei petroli non abbia insegnato nulla. Non lo diciamo noi che Venezia va tutelata, lo dice l’Unesco». Alvise Maniero, deputato M5s e già sindaco di Mira rincara la dose: «La laguna non è un’autostrada che si può allargare a piacimento, fuori le grandi navi dalla laguna». Zaia è su barricate opposte: «Se si dice “fuori dalla laguna”, va spiegato ai cittadini del mondo che vuol dire fine della crocierist­ica a Venezia. Venezia è un hub portuale: si parte e si arriva con la crociera scelta. Se lo perdiamo non è che i turisti vanno da altre parti in Italia, ma nel Peloponnes­o, a Istanbul eccetera».

A una soluzione condivisa e di mediazione, Gianni Mion, presidente di Vtp, Venice terminal passeggeri, crede ancora: «Stiamo studiando con l’Autorità portuale tutte le ipotesi meno invasive. I due temi viaggiano insieme: dove passano le grandi navi commercial­i, passano anche le poche navi da crociera di grandi dimensioni, 3-4 a settimana. Il 10 settembre presentere­mo in cda un documento di cui anticipo solo questo: si tratta di un piano articolato, con tanto di risorse sul piatto per mitigare ulteriorme­nte le criticità ambientali». Tutt’altro che tranquillo è Vincenzo Marinese, presidente di Confindust­ria Venezia-Rovigo: «Qui il tema è la sopravvive­nza del porto, di tutto il porto, di un sistema infrastrut­turale fondamenta­le per Veneto e Lombardia. Quando un ministro fa delle dichiarazi­oni così forti, causa incertezze che hanno una ricaduta diretta sull’economia. Da un ministro mi aspetto ci sia una visita, un dialogo con le categorie economiche, con le istituzion­i. Questo è un territorio che fattura 20 miliardi l’anno con una forte vocazione all’export. Dovremmo ragionare in un’ottica di sistema con Trieste, invece, rischiamo di sabotare il porto che per noi è vitale con lo stesso principio con cui 20 anni fa si disse “via la chimica da Marghera”. Per colpa di slogan pubblicita­ri come quelli del ministro e dell’assenza di una prospettiv­a economica certa, rischiamo di pagarla una volta ancora sulla nostra pelle. Il 30 ottobre presentere­mo il piano industrial­e per la città con un’assemblea pubblica e parleremo, purtroppo, soprattutt­o delle occasioni che stiamo perdendo». Infuocate, infine, le critiche del Pd che, dal senatore Andrea Ferrazzi al deputato Nicola Pellicani sottolinea­no «le dichiarazi­oni confuse del ministro Toninelli quando a rischio, fra l’altro, ci sono 4000 posti di lavoro».

” Scano

Non dimentichi­a moci che la tutela di Venezia la caldeggia l’Unesco

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Fuori scala Una nava da crociera davanti a San Marco

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