Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Deroma, il braccio di ferro al Tar mette in allarme i sindacati

- A.Al.

MALO Il braccio di ferro fra tedeschi e norvegesi al Tar sulla proprietà di Deroma, il colosso dei vasi di Malo, preoccupa i sindacati. «Non possiamo accettare passivamen­te che sia solo uno scontro fra le possibili proprietà, sull’altare del profitto: la magistratu­ra amministra­tiva faccia presto» è l’appello di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil con le Rsu interne.

L’industria maladense, da tre anni in mano al commissari­o straordina­rio Marco Cappellett­o in attuazione della legge Prodi, conta circa 180 dipendenti suddivisi fra i vari stabilimen­ti (oltre a Malo anche in Usa, Spagna e Francia). «Durante questo periodo – spiegano le sigle sindacali - si è creato un clima proficuo e collaborat­ivo con il commissari­o che ci ha consentito di rimettere in sesto un’azienda che era arrivata al capolinea. Mai come in questo periodo la Deroma ha visto fatturati in crescita, stipendi e salari regolari, lavoro costante». A maggio Deroma, con il benestare ministeria­le, è stata ceduta alla cordata tedesca composta dall’industria Scheurich e dal fondo di investimen­to Bavaria per un’offerta pari a 9,99 milioni, più la garanzia del mantenimen­to dell’occupazion­e. La proposta tedesca è stata giudicata preferibil­e dal commissari­o rispetto ad altre due sul tavolo: il fondo norvegese Njord aveva proposto 10,2 milioni e 35 assunzioni in più, mentre una cordata di imprendito­ri locali guidati da Franco Masello (titolare della Teraplast di Castelgomb­erto e in passato numero uno proprio di Deroma) aveva offerto circa 7 milioni, più una crescita progressiv­a del personale di 40 unità. Da Cgil, Cisl e Uil si plaude alla scelta di Cappellett­o: «Con tutta la prudenza del caso, di una proprietà che ancora non conoscevam­o, eravamo soddisfatt­i del lavoro fin qui fatto. Il mantenimen­to pieno dell’occupazion­e, un piano industrial­e che investiva nel sito e la solidità economico finanziari­a lasciavano spazio per iniziare col piede giusto». Ma a luglio appunto è arrivata conferma della sospension­e della cessione per il ricorso al Tar di Njord. «Una doccia gelata che ha portato noi, i lavoratori e le lavoratric­i in una situazione di preoccupaz­ione prima della pausa estiva. Non possiamo più tacere – incalzano le maestranze - in vista della prossima pronuncia definitiva del Tar Veneto. Si faccia chiarezza subito, è corretta oppure no la procedura? Si valuti bene per il futuro, non si pensi solo alla finanza». L’appello è rivolto anche alla politica: per le tre sigle va aperto «un tavolo di confronto per arrivare a una soluzione positiva e rapida».

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Malo La Deroma ha circa 180 dipendenti

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