Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ponte e piazza nuove agorà di civiltà
Bassano, il «suo» ponte malato e violato, la piazza dei Signori. I luoghi dell’anima nei quali ama celebrare i propri sentimenti. La gioia della convivialità, l’impegno alla solidarietà, la testimonianza di una identità. Giovanni Comisso, decenni fa, aveva arditamente suggerito di imbandire una cena regale sul Ponte di legno, per accarezzare i commensali con i refoli dell’aria della valle, con i sussurri del Brenta e fare accompagnamento armonioso agli sguardi dolci degli innamorati, seduti in convivio a gustare prelibatezze del territorio. Jacopo Dal Ponte, il capostipite dei Bassano, dalla sua casa, lì a ridosso del fiume, avrebbe potuto alimentare – per lo scrittore - le fantasie pittoriche della sua famiglia d’artisti. Bartolomeo Ferracina, l’ingegnere della Serenissima, l’inventore dell’orologio dei Mori di piazza San Marco, che al ponte sofferente aveva dedicato studi creativi, sarebbe stato ancora là a offrire stimoli e garanzie di sicurezza. Nel 1998, anno celebrativo del Millennio della città, il sogno si è avverato, e ripetuto con una grande cena ogni anno fino ai tempi tristi, più recenti. E così la grande piazza affrescata nei secoli, su cui s’affacciano le case dei Remondini, il tempio di San Giovanni, che resta osservata da un curioso Leone marciano e da un Santo Vescovo di Lodi, un protettivo San Bassiano, perenne teatro di fantasie, ha offerto lo scenario per un convivio benefico. A centinaia i bassanesi hanno aderito per la soddisfazione di stare insieme, rimettere concrete aspettative al Calcio Bassano che rinasce per volontà popolare (e di una diffusa compagine imprenditoriale), e nutre il desiderio di fare dello sport una prova di umanità, di solidarietà vera per far godere il tempo libero a chi non ha tutte le opportunità. Ancora una volta è la convivialità, espressione di comunione tra anima e corpo, la bellezza di stare insieme in una sera di tarda estate, a fare il miracolo.