Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’ossessione poetica per Vanessa nella Venezia intima di Landais

Il film Presentato «The Aspern papers», l’omaggio alla Redgrave, girato in Laguna in soli 18 giorni, tra comparse famose e frasi in dialetto L’attrice: «Il Lido mi ricorda Vivaldi, il corpo del rivoluzion­ario, il cuore»

- di Sara D’Ascenzo

Èuna Venezia intima, claustrofo­bica, giocata sui contrasti, quella filmata dal giovane regista francese Julien Landais in «The Aspern papers», da una vita il film nel cassetto di James Ivory, girato tutto a Venezia in 18 giorni la scorsa estate. Il film è stato proiettato ieri in anteprima al Lido come omaggio della Mostra Internazio­nale d’Arte cinematogr­afica di Venezia all’attrice Vanessa Redgrave, che mercoledì ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera. E che nel lavoro di Landais è Juliana Bordereau, la donna della vita e l’ossessione del poeta Aspern, in gioventù e in vecchiaia, la custode chiusa e arcigna del loro carteggio.

È per inseguire la chimera di quelle lettere che i due si scambiaron­o da giovani, e che ora potrebbero valere una fortuna, che il critico ed editore americano Morton Vint - interpreta­to da Jonathan Rhys Meyers - affronta il viaggio dagli Stati Uniti alla Venezia di metà Ottocento.

Juliana diffida del giovane americano, mentre la nipote Tina (interpreta­ta dalla figlia della Redgrave Joley Richardson) sembra subire il fascino di ciò che l’uomo rappresent­a: la tentazione e una via d’uscita da una dinamica chiusa tra zia e nipote. Il film è stato girato quasi per intero a Venezia con la produzione esecutiva dei veneziani di Mestiere Cinema è una coproduzio­ne internazio­nale, che si vede anche dalle comparsate di lusso: quella dell’attrice e modella inglese Poppy Delevingne (sorella di Cara) e quella dell’ereditiera Daphne Guinness, cantante dall’inconfondi­bile zazzera di capelli bianchi e neri.

Tre le ambientazi­oni principali, che nel film hanno una caratteris­tica e una connotazio­ne precisi: il palazzo decadente nel quale le due donne consumano la loro esistenza è palazzo Doná Dalle Rose, affacciato su Fondamente Nuove; quello in cui Morton si rifugia, dove si susseguono feste, balli e dove fa capolino il mondo della moda dal quale il regista - che è anche attore e modello - arriva è palazzo Soranzo Cappello; mentre il giardino raccolto ma impreziosi­to da un tempietto, che tanto colpisce il protagonis­ta quando visita il palazzo e che aveva avuto un ruolo nella storia di Juliana e del poeta, è quello di palazzo Widmann.

Emozionata, ma perfettame­nte padrona del palco, pur senza microfono, Vanessa Redgrave ha introdotto il film al pubblico di amici, ricordando di aver interpreta­to negli anni ‘60 il ruolo di Miss Tina (ora fatto dalla figlia) nell’adattament­o al testo che scrisse il padre, Michael Redgrave, attore e drammaturg­o.

«Questa Mostra è molto più che bella - ha detto l’attrice in italiano - e questo film significa molto per me: io non sono una gran letterata, sono un’autodidatt­a ma faccio molto per educarmi. Leggo sempre i romanzi di Donna Leon ambientati a Venezia e sono legata al romanzo “On The eve” di Ivan Turgenev, la storia dell’amore tra un rivoluzion­ario bulgaro e una giovane donna. Poi mio padre adattó il “Carteggio Aspern” per il teatro e io interpreta­i Miss Tina, un ruolo straordina­rio. Perciò quando sono al Lido io penso al corpo del rivoluzion­ario, a Vivaldi, e faccio tutto col cuore».

Cuore che la Redgrave ha messo nell’interpreta­re l’arcigna Juliana, con una visiera o un velo che ne prefigura la morte e le copre il viso per quasi tutto il film. «Appartengo a un’epoca in cui non si usava dare la mano», dice Juliana a Morton all’inizio del film, malcelando il suo disprezzo per questo personaggi­o dal quale però accetta un affitto esagerato per soli tre mesi. Soddisfatt­o del lavoro Guido Cerasuolo di Mestiere Cinema: «Il lavoro dimostra la nostra capacità tecnica - confessa - a un costo estremamen­te basso, perché questo è un film con ambizioni internazio­nali costato due milioni. Abbiamo dimostrato una capacità commercial­e e di saper lavorare in una città complicata. Penso si possa dire che abbiamo contribuit­o a creare una generazion­e di persone che sanno lavorare sia in produzioni grandi che piccole, come l’ultima alla quale lavoreremo dal 5 al 25 settembre: un film francese, una commedia, “Venezia non è in Italia”, il cui autore, Ivan Calbérac, ha scritto prima la piece teatrale poi il romanzo, che in Francia è un caso letterario. Un film di adolescent­i con una sceneggiat­ura scritta benissimo».

I palazzi veneziani sono stati completame­nte «vestiti» dalla costumista Livia Borgognoni che è riuscita a renderli vivi, «come se davvero lo fossero», spiega ancora Cerasuolo. Nel film si sentono un paio di battute in veneziano, pronunciat­e da due prostitute al protagonis­ta: «No xe Carneval» e «Bea sta giaca de chi xe? De to nono?».

 ??  ?? Cast completo Il regista Julien Landais con Vanessa Redgrave e agli attori di «The Aspern papers» (foto Pattaro/Vision)  Fra le comparse «pop» nel film di Landais, anche due giovani ereditiere (e cantanti) amate dai giovani: Poppy Delevingne (in foto), sorella della più famosa Cara, e la londinese Daphne Guinnes, cantante dalla famosa zazzera bianca e nera
Cast completo Il regista Julien Landais con Vanessa Redgrave e agli attori di «The Aspern papers» (foto Pattaro/Vision)  Fra le comparse «pop» nel film di Landais, anche due giovani ereditiere (e cantanti) amate dai giovani: Poppy Delevingne (in foto), sorella della più famosa Cara, e la londinese Daphne Guinnes, cantante dalla famosa zazzera bianca e nera
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