Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Morti sospette, analisi alla Marlane
Valdagno, sette indagati per omesso controllo. Accertamenti chiesti dalla procura
VALDAGNO Iniziano le nuove indagini sul terreno della Marlane di Pria a Mare, ex azienda tessile di proprietà del Gruppo Marzotto di Valdagno. Le ha disposte la procura di Paola (Cosenza). Sette gli indagati per omesso controllo sulla sicurezza degli ambienti di lavoro dell’industria laniera calabrese, compresi tre veneti: (Favrin, Stoner, Rausse). Intanto il prossimo 25 settembre è stato fissato l’appello per il primo procedimento sulla Marlane.
VALDAGNO Iniziano le nuove indagini sul terreno della Marlane di Praia a Mare, ex azienda tessile di proprietà del Gruppo Marzotto di Valdagno. Le ha disposte la procura di Paola (Cosenza). Sette gli indagati per omesso controllo sulle morti sospette tra i dipendenti dell’industria laniera calabrese, fra cui tre veneti: il presidente del gruppo Antonio Favrin, l’ex consigliere delegato Silvano Stoner e l’ex responsabile dello stabilimento calabrese dal 2003 al 2004, il vicentino Attilio Rausse. Gli accertamenti e i carotaggi della Ctu nell’area oggetto d’indagine dureranno una quindicina di giorni. Mentre si attende, il prossimo 25 settembre, la sentenza del processo d’appello in corso a Catanzaro per il primo procedimento che riguarda la fabbrica di Praia a Mare, ma la procura di Paola ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine che vede indagati, oltre alle persone già citate, anche gli ex dirigenti Marlane Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Ivo Comegna e Carlo Lomonaco.
Marlane è entrata a far parte del gruppo vicentino Marzotto nel 1987, assieme a tutti gli altri stabilimenti ex Eni della Lanerossi. Le parti offese nel processo Marlane sono 107 in totale, di cui la maggior parte familiari di ex dipendenti deceduti.
Nella nuova indagine aperta dal pubblico ministero Teresa Valeria Grieco è stato ipotizzato, a vario titolo, per gli indagati il reato di omesso controllo sulla sicurezza dei lavoratori. Alcuni di loro sono indagati anche per omicidio colposo e lesioni gravissime colpose. Si parte da fatti diversi, dalle indagini dei carabinieri del Noe di Catanzaro – che hanno messo sotto sequestro l’ex stabilimento - risulterebbe che i decessi di trenta ex dipendenti tra il 1988 e il 2013 e la malattia di altri dodici sarebbero legati ad una serie di omissioni: le protezioni erano insufficienti nel processo di lavorazione del tessuto, compresa la tinteggiatura con l’uso di sostanze ritenute cancerogene. La perizia, accolta dal gip Maria Grazia Elia, consisterà in scavi e carotaggi nell’ex magazzino dei filati, la porzione a sud dello stabilimento, e nell’area esterna della ex fabbrica, ma anche nel prelievo di campioni nell’ex cisterna acque e nell’impianto di areazione: scavi, carotaggi, campionamenti e poi analisi cliniche.
Fissata l’udienza di appello per la prima indagine