Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Armature corrose e infiltrazi­oni d’acqua I ponti soffrono ma non c’è rischio crollo

Servono 23 milioni per i lavori. Report (e rassicuraz­ioni) della Provincia

- El.Ra.

VICENZA «Armature corrose in alcuni punti e infiltrazi­oni di acque meteoriche». È questo il «male» di cui soffrono ponti, cavalcavia, sovrappass­i, cavalca-ferrovia e viadotti del Vicentino, gestiti dalla Provincia tramite la partecipat­a Vi.Abilità. Non tutti, ma almeno 106 (sul totale di 430) dà un’ispezione visiva costata 1.250.000 euro hanno un ordine di priorità alto nella scala degli interventi di manutenzio­ne da fare.

Per metterli a posto Palazzo Nievo deve tirar fuori dalla casse 23 milioni di euro, poco di più di quanti deve versare allo Stato. Di qui l’appello degli amministra­tori di Palazzo Nievo: «Roma ci lasci questi soldi, che provengono dai tributi pagati da vicentini, li spenderemo per la viabilità, le scuole superiori e la difesa del suolo».

Come richiesto dal ministero delle Infrastrut­ture all’indomani del crollo del ponte Morandi di Genova costato la vita a 43 persone il 14 agosto scorso, la Provincia di Vicenza ha stilato un report che contiene lo stato di ponti, guardrail e pavimentaz­ioni, i progetti di manutenzio­ne e la relativa spesa. L’ente, potendo giovarsi dei 30 milioni di euro ricavati dalla vendita delle quote dell’A4 Holding, già a metà dell’anno scorso aveva cominciato a monitorare 106 ponti, decidendo in quali intervenir­e in un primo momento. La scaletta, compilata con un apposito software, prevede lavori (che cominceran­no probabilme­nte già entro settembre) a Ponte Alto, tra Vicenza e Creazzo, dove ad inizio anno erano caduti alcuni calcinacci. Il cantiere, da 450mila euro, non comporterà chiusure. E nemmeno uno dei ponti sotto la gestione della Provincia in questo momento è interdetto al traffico. Sulle 106 strutture ai raggi X, sono sei quelle con progetti già finanziati: il ponte della Secula a Longare (582mila euro), il ponte dei Granatieri a Chiuppano (quasi 1,1 milioni di euro), il ponte di Roana (dove si alzeranno anche le barriere anti-suicidi per una spesa totale di 1,7 milioni di euro), il cavalcafer­rovia sulla Strada Provincial­e 248 a Dueville (42mila euro), il ponte Giaron ad Asiago (73.500 euro) e il ponte sulla Strada Provincial­e 76 a Enego (42mila euro). «Nonostante le ridottissi­me risorse, la Provincia in questi anni si è sempre attivata per tenere sotto controllo il suo ingente patrimonio infrastrut­turale, strade e scuole in primis – sottolinea la presidente Maria Cristina Franco –. E nemmeno dopo la tragedia di Genova ci siamo sentiti impreparat­i, il piano sicurezza è la nostra barra».

Dei restanti 324 ponti, 80 verranno monitorati tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, ma la verifica è costante grazie a delle «sentinelle» che girano il Vicentino e segnalano eventuali criticità. Solo 130 sui 430 ponti hanno una luce superiore ai 10 metri. Tra i parametri su cui si basa l’importanza del manufatto ci sono l’ampiezza della campata ed il carico di traffico che deve sopportare. «C’è una squadra di operatori esterna a Vi.Abilità – spiega Renzo Marangon, consiglier­e delegato a questo settore – che gira per verificare le condizioni delle infrastrut­ture» e, con un po’ di polemica, aggiunge: «Veneto Strade costa il doppio e non ha la stessa presenza».

Dal report, oltre ai 23 milioni per i ponti, si evince come anche guardarail e asfalti siano da sistemare. Per i primi la lista conta 142 interventi da fare per una spesa di 47milioni di euro, per le pavimentaz­ioni invece i lavori sarebbero da apportare su 87 tratti per oltre 15 milioni di euro. «Nel bilancio 2018 abbiamo previsto investimen­ti nella viabilità per 42 milioni di euro, di cui 6,5 milioni vanno alle ciclo-piste – osserva Ernesto Ferretto, consiglier­e delegato al Bilancio –. Se ci venissero lasciati i soldi che diamo allo Stato potremmo proseguire il percorso intrapreso più velocement­e».

Franco

Risorse ridottissi­me, ma la Provincia si è sempre attivata per controllor­e tutte le infrastrut­ture

Ferretto

Se ci venissero lasciati i soldi che diamo allo Stato potremmo proseguire più velocement­e

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