Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mondiali 2020, Vicenza è quasi fuori
Problemi di fidejussione, il verdetto solo tra venti giorni: si va verso la Svizzera
VICENZA Un anno in stand-by e alla fine la luce che si affievolisce.
Il progetto «Vicenza-Veneto 2020» però sembra al capolinea. E, con quello, sta per svanire il sogno di portare i Mondiali di ciclismo in terra italiana, veneta e berica in particolare, nel 2020. Secondo alcune fonti vicine all’Uci (Unione ciclistica internazionale), i responsabili dell’ente avrebbero optato per destinare l’evento mondiale del 2020 alla Svizzera.
VICENZA Un anno in stand-by e alla fine la luce che si affievolisce. Tanto che non sembra nemmeno più acceso il barlume della speranza, anche se di certezze oggi non si può ancora parlare.
Il progetto «Vicenza-Veneto 2020» però sembra davvero al capolinea. E, con quello, sta per svanire il sogno di portare i Mondiali di ciclismo in terra italiana, veneta e berica in particolare, nel 2020. Secondo alcune fonti vicine all’Uci (Unione ciclistica internazionale), ovvero l’organo che fra le altre cose decide anche sull’assegnazione delle rassegne iridate di ogni anno, i responsabili dell’ente avrebbero optato per destinare l’evento mondiale del 2020 alla Svizzera. La terra del Palladio battuta dal Cantone Vallese, nello specifico dalle città di Aigle e Martigny. La svolta sarebbe avvenuta in questi ultimi giorni, quando una riunione del consiglio direttivo dell’Uci ha portato a discutere anche della candidatura italiana, ovvero del sogno accarezzato dai vicentini di eventi mondiali per un’intera settimana, con perno Vicenza e con tutto il Veneto toccato da gare, iniziative, manifestazioni. Il progetto aveva ottenuto il placet internazionale lo scorso anno, con una pre-assegnazione: mancava all’appello solo l’appoggio del Governo, che si concretizza in una fidejussione di almeno sette milioni di euro per coprire i costi di una manifestazione che ne vale, in complesso, circa 15.
Per portare la garanzia statale l’Uci aveva concesso un anno di tempo: dodici mesi e tre diverse scadenze, l’ultima il 31 agosto. Ma non sono servite. Sui tavoli dell’ente mondiale, che ha la sede proprio in Svizzera, non è arrivata la firma richiesta e secondo alcune ipotesi il motivo della svolta delle ultime ore sarebbe da ricercare proprio in quella mancanza. Occorre dire che l’ufficialità ancora non c’è e arriverà solo il 25 settembre prossimo in occasione degli incontri dell’Uci previsti a Innsbruck, dove si tiene il Mondiale di ciclismo quest’anno. Ma anche in ambienti vicentini si respira già delusione. Dal comitato promotore del progetto arriva una conferma delle indiscrezioni ma non una parola di commento: «Preferiamo non dire nulla perché non c’è alcuna decisione ufficiale» dichiara il presidente, Claudio Pasqualin. E pensare che proprio lui era partito da lontano: il progetto «Vicenza-Veneto 2020» è nato nel 2013 e ha portato a presentare una candidatura ufficiale — sostenuta anche dalla Federazione ciclistica italiana — già nel 2014.
Poi gli incontri, l’appoggio di molti sponsor, addirittura il sopralluogo dei tecnici dell’Uci lo scorso anno, dove è stato visionato il tratto finale del percorso pensato per la gara iridata e che prevedeva la partenza da piazza San Marco, a Venezia, l’attraversamento della zona delle ville palladiane e l’arrivo con un circuito sui colli berici, a Vicenza. Infine la pre-assegnazione, seguita però da una volata che ora pare (quasi) persa.