Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I prefetti al ministro «Ci dica che fare»
TREVISO Ai prefetti veneti, in materia di immigrazione e capitolati per l’accoglienza, nulla è dato a sapere e questa situazione si fa sempre più pesante, fino al punto di scrivere al ministero dell’Interno per chiedere delle spiegazioni su come procedere con la gestione dei migranti nei grandi hub. Ieri si sono riuniti a Treviso, e quello che ne emerge è una sorta di isolamento, un clima «sospeso» per usare parole loro, di «sacrifici fatti in silenzio». Ospiti del prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, c’erano il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, di Padova Renato Franceschelli, di Vicenza Umberto Guidato e di Belluno Francesco Esposito e il viceprefetto vicario di Verona (la prefetta di Rovigo ha delegato un collega). Il colloquio è durato oltre due ore. «L’obiettivo è di alleggerire le strutture più appesantite - dice Laganà anche se la situazione oggi è tranquillizzante. Abbiamo solo la circolare inviata a inizio estate ai capi dipartimento, con indicazioni di rivedere il capitolato ancora in fase di redazione. Abbiamo scritto al ministro per capire se procedere o fermarci, aspettiamo delucidazioni su Treviso e Oderzo, non abbiamo certezze, non conosciamo le nuove regole. È una situazione sospesa». Il bando di Cona non è ancora stato revocato da Zappalorto (non risultano altri casi simili in Veneto): «La circolare del ministero ci induce a riflettere e attendere». Ma subito dopo il vertice ha voluto visitare la caserma Serena di Treviso, gestita da Nova Facility che aveva ottenuto l’affidamento dell’hub di Cona: «Me ne hanno parlato bene – ha detto Zappalorto - potrebbe capitare che un giorno quelli che la stanno gestendo vengano anche in provincia di Venezia». Superata la fase emergenziale degli sbarchi, ora la preoccupazione è nel futuro: «Ciò che accade in Libia e in altri luoghi del Mediterraneo, può avere conseguenze in Italia».