Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I no vax: «M5S inaffidabile ci faremo da soli gli asili» Boron: «Troppi passi falsi»
VENEZIA Stanno assistendo al ping-pong della politica senza battere ciglio. O almeno così assicura il presidente del Corvelva, il Coordinamento regionale per la libertà delle vaccinazioni (5500 soci), Ferdinando Donolato. Dopo 24 ore di silenzio, ora che ricomincia il minuetto alla Camera, parla lui per tutti. Va ricordato che mercoledì i relatori grillini del decreto Milleproproghe, Vittoria Baldino e Giuseppe Bompane, hanno bloccato il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale già approvato dal Senato, ma ieri hanno cambiato idea. E hanno depositato un emendamento nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio che rafforza la circolare del ministro della Salute, Giulia Grillo, consentendo ai bambini in età da asilo di iniziare l’anno scolastico con un’autocertificazione valida fino al 10 marzo 2019. Dopodiché i genitori dovranno presentare il libretto vaccinale in regola con i 10 sieri obbligatori.
«Il comportamento del M5S non ci sorprende per niente — dice Donolato — ci dispiace per la base, persone meravigliose che avevamo avvisato riguardo l’inaffidabilità dei vertici del movimento. Una differenza incolmabile. Ecco perchè il dietrofront sul rinvio dell’obbligo non ci ha spiazzati affatto: lo stavamo aspettando, benchè molti genitori abbiano voluto attendere il pronunciamento della Camera per tenere i figli a casa dall’asilo e ora sono arrabbiati. Noi avevamo avvisato tutte le famiglie di prepararsi al piano B, ovvero un servizio di baby-sitter nelle case». Una sorta di asili gestiti da associazioni di genitori no vax, che secondo Donolato «stanno nascendo a tutto spiano».
Ma qual è la posizione della Regione? «Resta quella della legge veneta numero 7 del 2007, che sospese l’obbligo vaccinale, con la possibilità per il governatore di ripristinarlo in caso di epidemia o crollo delle coperture — spiega Fabrizio Boron, presidente regionale della commissione Sanità —. Il tutto corredato da campagne informative e dall’istituzione dell’Anagrafe vaccinale, che molte Regioni ancora non hanno. Già prima dell’obbligo il Veneto rispetto al 2014 aveva visto aumentare le coperture e la nostra posizione resta quella che va modificata la legge Lorenzin. Ma con un’altra norma, non con una circolare che tale potere non ha. Ecco l’errore del M5S, che ora con tutti questi passi falsi sta destabilizzando i cittadini ad asili ormai aperti».
Duro il Pd, che con Claudio Sinigaglia e Alessandra Moretti accusa: «Siamo di fronte a un caso di schizofrenia politica sulla pelle dei bambini. Sembrava che finalmente il Parlamento avesse deciso di ascoltare le opinioni di medici e scienziati, anziché quelle di ciarlatani e stregoni. Invece ecco l’ennesimo dietrofront per tenere insieme una maggioranza che non va d’accordo su niente. Invitiamo il governatore Luca Zaia a smarcarsi dalla follia delle autocertificazioni, come hanno fatto altre Regioni. Il modello veneto non ha funzionato, i tassi di copertura sono calati rapidamente e in alcune zone sono scesi al di sotto della soglia di sicurezza. Chiediamo al presidente di impegnarsi in prima persona per una battaglia di civiltà, basata sul mantenimento e sul rafforzamento dell’obbligo vaccinale».