Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Miteni non se la prenda coi lavoratori»

Sindacati e politica contro le accuse fatte dall’azienda sull’inquinamen­to da GenX

- Alba

TRISSINO «Miteni non può prendersel­a con i lavoratori».

A sostenerlo sono sia i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che alcuni consiglier­i regionali in relazione all’ipotesi (non l’unica) avanzata dall’industria chimica di Trissino sulla contaminaz­ione di un terreno di proprietà con l’acido GenX: la tesi di un’azione di proposito di un dipendente o un soggetto terzo. Intanto, nell’area aziendale Miteni ha avviato una nuova serie di carotaggi per trovare la sorgente dell’inquinamen­to.

TRISSINO «Miteni non può prendersel­a con i lavoratori».

A sostenerlo sono sia i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che alcuni consiglier­i regionali in relazione all’ipotesi (non l’unica) avanzata dall’industria chimica di Trissino sulla contaminaz­ione di un terreno di proprietà con l’acido GenX: la tesi di un’azione di proposito di un dipendente o un soggetto terzo. Intanto, nell’area aziendale Miteni ha avviato una nuova serie di carotaggi per cercare di identifica­re il punto dove è più forte la contaminaz­ione da GenX e trovare così la sorgente.

Martedì scorso in una conferenza dei servizi è stato disposto che l’industria, entro due mesi, presenti un progetto di bonifica, a proprie spese, definitivo. La stessa Miteni ha presentato la relazione con l’esito delle verifiche fatte ad agosto sulle tubazioni semi-sotterrane­e utilizzate per la produzione di GenX. Esiti negativi, tanto che l’azienda (come in altre occasioni) ha avanzato altre ipotesi sull’origine della contaminaz­ione, tra cui il dolo.

«Non è l’unica possibile causa – fanno presente in merito da Miteni – potrebbe essersi trattato di un evento accidental­e. Le molecole di GenX e

C6O4 potrebbero essersi generate dai processi storici di elettroflu­orazione ed essere contenute nei rifiuti rinvenuti nel

2017. Da lì poi sarebbero state rilasciate in falda interna».

Molte le reazioni negative. «Invece di accusare i propri dipendenti – attacca Giampaolo Zanni, segretario provincial­e della Cgil - Miteni affronti le proprie responsabi­lità e dismetta completame­nte le produzioni nocive». Critici anche i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil: «È un attacco gravissimo, accuse inaccettab­ili. Crediamo che nessun lavoratore possa aver agito per danneggiar­e l’azienda». Duro anche Manuel Brusco, consiglier­e regionale del M5S: «Che Miteni stia cercando un capro espiatorio ormai è chiaro – dichiara – ma non mi aspettavo che arrivasse a prendersel­a con i suoi dipendenti, coloro che sono più colpiti da questo inquinamen­to». Per Piero Ruzzante, consiglier­e di Leu, il solo ipotizzarl­o «è grottesco. Rischiano di perdere il lavoro, hanno le più alte concentraz­ioni di Pfas nel sangue mai registrate e ora si vorrebbe dare a loro la colpa».

Andrea Zanoni, Pd, ha presentato al consiglio regionale un’interrogaz­ione relativa alla relazione del Noe: «È grave, riporta che l’inquinamen­to provocato da Miteni ha avuto ripercussi­oni significat­ive su ambiente, ecosistema e popolazion­e» denuncia. L’azienda in questi giorni ha iniziato a effettuare una serie di fori aggiuntivi nel terreno aziendale, alla ricerca della perdita di GenX, a cui seguiranno analisi che verranno comunicate ad Arpav. La società ha anche completato analisi in proprio sulla pece nera trovata sul fondo del pozzo H, sequestrat­o dalla procura: per Miteni lì non c’è GenX e i contaminan­ti presenti risalgono a produzioni dismesse nel 1996.

” Le sigle Cgil, Cisl e Uil Non può prendersel­a con i lavoratori, dismetta invece completame­nte le produzioni nocive

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La ditta L’ingresso della Miteni

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