Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Da Scugnizzi a oggi I «Leoncini» scelti dai ragazzi
Iragazzi di trent’anni fa, oggi sono uomini e donne adulti. E in qualche caso quel percorso scolastico mano nella mano col cinema li ha portati a lavorare nel mondo della Settima arte: chi assistente di produzione, chi corrispondente per un quotidiano, chi presidente degli esercenti cinema della sua regione. Perché il premio «Leoncino d’oro» istituito da Agiscuola nel 1989, arrivato ieri alla trentesima edizione scegliendo Werk ohne Autor di Florian Henckel von Donnersmarck, è una palestra di cinema, dove gli attrezzi sono gli schermi e le «schede» sono le recensioni. Ogni anno 21 ragazzi, uno per ogni regione, vengono selezionati tra gli oltre 6mila che compongono le giurie del David giovani, per partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia, vedere tutti i film in concorso e tra questi scegliere il loro «leoncino» e segnalare il titolo Cinema for Unicef (quest’anno è andato a What you gonna do when the world is on fire? di Roberto Minervini). Un percorso formativo che diventa educativo, ludico, gioioso. Trent’anni fa il più votato fu Scugnizzi di Nanni Loy, ma per Luciana Della Fornace, presidente di Agiscuola, i ragazzi non sono cambiati: «Sono per bene, educati, appassionati di cinema. Spesso vengono da paesini dove il cinema non c’è e devono prendere un autobus per andarci. Ma quando tornano a casa da un’esperienza così, condizionano anche i coetanei che non ci sono andati».