Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Coniugi trovati impiccati: rimane il mistero Le risposte dall’autopsia

Omicidio-suicidio, sospetti sulla recente intossicaz­ione da farmaci

- Andrea Zambenedet­ti

PIANEZZE Il calcio oggi si ferma per un minuto per la tragedia di via Moscardina. Pianezze si prepara invece a fermarsi per un giorno intero.

Sarà lutto cittadino per l’ultimo addio a Paola Bosa e Valter Magrin. Il sindaco nelle prossime ore ne dovrà parlare con la giunta ma è molto probabile che l’amministra­zione decida di unirsi al cordoglio della famiglia il giorno del funerale. «In paese ho riscontrat­o un sentimento di dolore condiviso» ha spiegato il sindaco Luca Vendramin che abita vicino alla villetta in cui è avvenuta la tragedia.

Le indagini per chiarire come siano andate le cose sono intanto in attesa di un tassello determinan­te: l’autopsia che sarà eseguita la prossima settimana. La procura è orientata ad ipotizzare che si sia trattato di un omicidio suicidio. Valter avrebbe dato alla moglie una dose di psicofarma­ci e a quel punto le avrebbe messo un cappio al collo. Poi dentro lo stesso capanno avrebbe ripetuto le operazioni e si sarebbe tolto la vita a sua volta. L’esame esterno sul corpo ha chiarito che non c’è stata violenza sulla donna. Una circostanz­a questa che escludereb­be che Paola sia stata legata alle mani e ai polsi ma su questo punto le forze dell’ordine mantengono il riserbo. I familiari di Paola, la sorella Renata in particolar­e, hanno spiegato di non credere all’eventualit­à che la donna si sia tolta la vita. Ma anche Luca, il figlio

31enne della coppia, ha spiegato di aver visto i genitori sereni nei giorni precedenti alla tragedia. «Con papà avevamo fatto un lavoro in casa. Era dimagrito ma sereno. Starci assieme era stato un piacere».

Eppure, probabilme­nte, Magrin già covava una profonda insofferen­za. La coppia era in cura per una depression­e. Ma nulla poteva far pensare a un simile epilogo. Il

58enne era andato in pensione quattro mesi fa. Assieme alla famiglia aveva deciso di avviare i lavori per la costruzion­e di una seconda casa, più piccola, in cui trasferirs­i con la moglie così da lasciare quella in cui viveva da 36 anni al figlio e alla sua compagna. Giovedì mattina uscendo per andare al lavoro Luca e la compagna hanno notato che il letto della coppia era rifatto ma avevano sempliceme­nte ipotizzato che Paola e Valter fossero usciti per qualche commission­e o una passeggiat­a. Non potevano immaginare che dalla sera precedente fossero nel capanno degli attrezzi, senza vita. A fine giornata, dopo aver provato inutilment­e a mettersi in contatto con loro, Luca ha aperto la porta della casetta in legno e li ha trovati legati alla trave.

Sul posto sono scattati gli accertamen­ti dei carabinier­i che hanno escluso il coinvolgim­ento di terze persone o di segni di violenza. Un dettaglio ritenuto determinan­te, tanto da lasciare aperta anche l’eventualit­à di un consenso da parte della donna al piano di morte messo a punto dal marito. Sotto la lente d’ingrandime­nto degli inquirenti c’è anche un accesso all’ospedale per una sospetta intossicaz­ione da medicinali, qualche giorno prima della tragedia. Perché Paola ne avesse ingeriti troppi è uno dei quesiti che nelle prossime ore potrebbero trovare una risposta.

La sorella non crede che Paola si sia uccisa, il figlio racconta di papà «stanco ma felice»

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La coppia Valter Magrin, da poco in pensione, 58 anni, e la moglie Paola Bosa, 56, ceramista
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