Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Coniugi trovati impiccati: rimane il mistero Le risposte dall’autopsia
Omicidio-suicidio, sospetti sulla recente intossicazione da farmaci
PIANEZZE Il calcio oggi si ferma per un minuto per la tragedia di via Moscardina. Pianezze si prepara invece a fermarsi per un giorno intero.
Sarà lutto cittadino per l’ultimo addio a Paola Bosa e Valter Magrin. Il sindaco nelle prossime ore ne dovrà parlare con la giunta ma è molto probabile che l’amministrazione decida di unirsi al cordoglio della famiglia il giorno del funerale. «In paese ho riscontrato un sentimento di dolore condiviso» ha spiegato il sindaco Luca Vendramin che abita vicino alla villetta in cui è avvenuta la tragedia.
Le indagini per chiarire come siano andate le cose sono intanto in attesa di un tassello determinante: l’autopsia che sarà eseguita la prossima settimana. La procura è orientata ad ipotizzare che si sia trattato di un omicidio suicidio. Valter avrebbe dato alla moglie una dose di psicofarmaci e a quel punto le avrebbe messo un cappio al collo. Poi dentro lo stesso capanno avrebbe ripetuto le operazioni e si sarebbe tolto la vita a sua volta. L’esame esterno sul corpo ha chiarito che non c’è stata violenza sulla donna. Una circostanza questa che escluderebbe che Paola sia stata legata alle mani e ai polsi ma su questo punto le forze dell’ordine mantengono il riserbo. I familiari di Paola, la sorella Renata in particolare, hanno spiegato di non credere all’eventualità che la donna si sia tolta la vita. Ma anche Luca, il figlio
31enne della coppia, ha spiegato di aver visto i genitori sereni nei giorni precedenti alla tragedia. «Con papà avevamo fatto un lavoro in casa. Era dimagrito ma sereno. Starci assieme era stato un piacere».
Eppure, probabilmente, Magrin già covava una profonda insofferenza. La coppia era in cura per una depressione. Ma nulla poteva far pensare a un simile epilogo. Il
58enne era andato in pensione quattro mesi fa. Assieme alla famiglia aveva deciso di avviare i lavori per la costruzione di una seconda casa, più piccola, in cui trasferirsi con la moglie così da lasciare quella in cui viveva da 36 anni al figlio e alla sua compagna. Giovedì mattina uscendo per andare al lavoro Luca e la compagna hanno notato che il letto della coppia era rifatto ma avevano semplicemente ipotizzato che Paola e Valter fossero usciti per qualche commissione o una passeggiata. Non potevano immaginare che dalla sera precedente fossero nel capanno degli attrezzi, senza vita. A fine giornata, dopo aver provato inutilmente a mettersi in contatto con loro, Luca ha aperto la porta della casetta in legno e li ha trovati legati alla trave.
Sul posto sono scattati gli accertamenti dei carabinieri che hanno escluso il coinvolgimento di terze persone o di segni di violenza. Un dettaglio ritenuto determinante, tanto da lasciare aperta anche l’eventualità di un consenso da parte della donna al piano di morte messo a punto dal marito. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti c’è anche un accesso all’ospedale per una sospetta intossicazione da medicinali, qualche giorno prima della tragedia. Perché Paola ne avesse ingeriti troppi è uno dei quesiti che nelle prossime ore potrebbero trovare una risposta.
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