Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Paziente morto, medico condannato

Gli bucarono il polmone sbagliato: sentenza ribaltata, Zanon risarcirà la famiglia

- Andrea Alba

BASSANO Paziente morto per essere stato operato al polmone sbagliato al San Bassiano, il processo d’appello ribalta la prima sentenza. La pneumologa Cinzia Pamela Zanon, assolta in primo grado, ieri è stata condannata a 4 mesi di reclusione e ad una provvision­ale di 470mila euro di risarcimen­to alle parti civili, la famiglia del geometra 67enne Gioachino Lessio. Questi, nel 2014, fu operato fatalmente al polmone sbagliato: la lastra, infatti, fu letta al contrario.

BASSANO Paziente morto per essere stato operato al polmone sbagliato al San Bassiano, il processo d’appello ribalta la prima sentenza.

La pneumologa bassanese Cinzia Pamela Zanon, 44 anni, assolta in primo grado, ieri è stata condannata a 4 mesi di reclusione e a una provvision­ale di 470mila euro di risarcimen­to alle parti civili, la famiglia del geometra 67enne Gioachino Lessio.

La sentenza è stata pronunciat­a dalla terza sezione della Corte d’appello di Venezia, dopo il ricorso contro il primo grado presentato dalla procura generale regionale oltre che dai familiari di Lessio come parti civili.

«Siamo soddisfatt­i, attendiamo il deposito delle motivazion­i – osserva l’avvocato Simone Baggio, che rappresent­a la famiglia – il risarcimen­to civile, integrativ­o della provvision­ale, verrà stabilito in un processo a parte e andrà alla moglie del defunto Giannina Serradura, ai figli Stefano e Laura Lessio e alla nipote Vittoria Lessio. Attendiamo ora l’altro troncone del processo, in tribunale a Vicenza».

A fine novembre si svolgerà l’udienza, con probabile sentenza, per i due chirurghi Sandro Carnio, 52 anni, e Vittorio Gobbi, 63 anni, difesi dall’avvocato Ernesto De Toni. Quando era iniziato il procedimen­to penale i due medici avevano infatti scelto di andare a dibattimen­to mentre Zanon, rappresent­ata dal legale Angelo Maiolino, aveva optato per il rito abbreviato ottenendo, in primo grado, l’assoluzion­e: la pneumologa aveva visto accolta la tesi che sosteneva sin dall’inizio, cioè un ruolo assai marginale nell’intervento e l’estraneità all’errore medico.

La vicenda risale a luglio 2014. Lessio, geometra di Solagna, era in gravi condizioni di salute e i medici avevano deciso di eseguire su uno dei due polmoni un intervento di toracentes­i, cioè prelievo del liquido pleurico in eccesso. L’intervento era stato eseguito nell’ospedale bassanese dai chirurghi Carnio e Gobbi, mentre la pneumologa Zanon era presente alle operazioni di preparazio­ne.

In seguito all’operazione, subito dopo l’intervento, il paziente era andato in sofferenza respirator­ia e poco dopo era morto: a nulla erano valsi i tentativi di rianimarlo, durati mezz’ora. Sul caso era stata aperta un’indagine dal sostituto procurator­e Silvia Golin, che si era conclusa con la convinzion­e della procura che il decesso fosse dovuto a un errore medico e il rinvio a giudizio dei tre profession­isti. Secondo i consulenti dell’accusa il 67enne era stato operato all’organo sbagliato. L’esito della consulenza, infatti, aveva messo in luce che la toracentes­i che doveva essere eseguita al polmone destro era stata fatta su quello sinistro.

L’errore era stato originato da una distrazion­e banale, la lastra con la Tac era stata inserita al contrario nel macchinari­o per la lettura.

Per la procura l’intervento quindi era stato eseguito in modo errato, con negligenza, imprudenza e imperizia da parte dei rinviati a giudizio e in violazione alle linee guida della buona pratica medica.

470 è Mila l’importo euro del risarcimen­to da liquidare alle parti civili

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Un errore L’operazione al polmone sbagliato è stata eseguita, nel 2014, proprio all’ospedale San Bassiano

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