Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

No Pfas e 5Stelle a Roma dal ministro

Costa ha promesso loro una visita a Vicenza e azioni di legge per azzerare i limiti

- Alba

VICENZA Le Mamme «No Pfas» a Roma, a confronto con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. «Ci ha promesso che fra due mesi verrà qui a Vicenza a vedere in prima persona i siti della contaminaz­ione» dichiarano i genitori del comitato dell’Ovest Vicentino. Con loro anche Legambient­e e una delegazion­e del Movimento 5 Stelle che hanno consegnato al ministro un lavoro che riassume l’intera vicenda della contaminaz­ione in falda da composti perfluoroa­lchilici.

VICENZA Le Mamme No Pfas a Roma, a confronto con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. «Ci ha promesso che fra due mesi verrà qui a Vicenza a vedere in prima persona i siti della contaminaz­ione» dichiarano i genitori del comitato dell’Ovest Vicentino. Con loro anche Legambient­e e una delegazion­e del Movimento 5 Stelle.

L’incontro si è svolto ieri mattina. «Al ministro – spiega Fabiana Genovese, una delle mamme partite dall’area dove la falda è contaminat­a ai confini fra le tre province di Vicenza, Verona e Padova – abbiamo chiesto che non sia più Arpav ma Ispra, l’istituto superiore per la ricerca ambientale, a condurre le ricerche sul territorio veneto. Purtroppo sembra che questo non sia possibile». Il comitato ha poi chiesto a Costa un intervento di chiusura o delocalizz­azione dell’industria chimica Miteni di Trissino, produttric­e di Pfas a catena lunga fino al 2011 e di recente finita sulle cronache per un caso di contaminaz­ione, sul suo stesso terreno, di acido Gen X e di C6O4, un’altra sostanza chimica. «Costa ci ha risposto che non è in suo potere. Tuttavia ci ha promesso che da qui in avanti si coordinerà con il ministero della Salute per coprire i vuoti legislativ­i e arrivare a una regolament­azione nazionale che imponga “Pfas zero” sia nelle acque superficia­li che sotterrane­e – riprende Genovese – è una garanzia importante, come pure siamo in attesa di vedere confermata la promessa che ci ha fatto di una visita diretta nel nostro territorio, fra sessanta giorni».

Legambient­e ha invece consegnato al ministro una lettera che riassume l’intera vicenda della contaminaz­ione in falda da composti perfluoroa­lchilici. Gli ambientali­sti hanno sottolinea­to con Costa come «le analisi avviate dalla Regione Veneto nel 2016 sulla popolazion­e residente nella zona “rossa”» abbiano rilevato «nel sangue del 30 per cento della popolazion­e analizzata finora valori altissimi delle sostanze». Legambient­e chiede un intervento ministeria­le: «Ad oggi né la fonte di inquinamen­to è stata rimossa, né sono iniziati i lavori per le prese di approvvigi­onamento da fonti sicure per gli acquedotti inquinati. Lasciando ancora il territorio in emergenza». Il Movimento 5 Stelle, presente coi parlamenta­ri Francesca Businarolo, Sara Cunial, Gianni Girotto e altri esponenti veneti, assicura che ora dal ministero in tema Pfas è in dirittura d’arrivo una «road map. L’obiettivo è arrivare in tempi molto rapidi ad azioni di legge e alla modifica delle leggi esistenti, in modo da istituire dei veri e propri limiti a queste sostanze. Per fare questo ci sarà bisogno di un collegamen­to forte con il territorio. Nell’agenda ministeria­le entra anche la bonifica del sito inquinato».

Intanto, dall’Europarlam­ento la capogruppo della Lega Mara Bizzotto commenta l’approvazio­ne in commission­e, anche con i voti leghisti, di una mozione che fissa i valori di Pfas della futura direttiva europea sulle acque a valori simili (anche se non così bassi) a quelli fissati dal Veneto. «Sono un punto di partenza – avverte Bizzotto - una volta che in commission­e sono caduti i miei emendament­i “Pfas zero”, abbiamo dato il nostro appoggio al compromess­o che prevedeva i limiti più bassi di Pfas».

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