Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

LA REALTÀ PARALLELA DEI NO VAX

- Di Franco Rella

Le azioni dei genitori contrari alla vaccinazio­ne dei figli, e dunque contrari ad ogni legge che ne stabilisca l’obbligo, hanno aspetti interessan­ti ma anche inquietant­i su cui vale la pena di soffermars­i un attimo. Risulta storicamen­te provato che i vaccini hanno debellato una lunga serie di malattie. Risulta altresì provato, non solo attraverso gli attestati scientific­i, ma anche attraverso l’esperienza personale, che si è formata nella frequentaz­ione di migliaia o, a livello nazionale, di milioni di bambini, che i vaccini non sono pericolosi. C’è da chiedersi allora cosa spinga delle persone adulte e responsabi­li a trasformar­e i figli in scudi umani per portare avanti una battaglia puramente ideologica. Cosa li spinga a trascinare i loro piccoli ad essere testimoni di sgradevoli contenzios­i con le insegnanti, quelle a cui, prima o dopo, questi bambini dovranno pure affidarsi. Penso si tratti di un diniego della realtà che Freud ha studiato in uno dei suoi saggi più illuminant­i. È qui in atto una perversion­e logica che resiste ad ogni prova di realtà. Ne abbiamo avuto esempi in passato recente con la vicenda stamina, e prima con la cura Di Bella, su cui fideistica­mente c’è stato anche chi ha messo in gioco la propria vita. Succede così, dice Freud, a livello individual­e, quello che è capitato a livello più generale all’umanità che «anch’essa ha sviluppato delle formazioni deliranti che sono inaccessib­ili alla critica logica e che contraddic­ono la realtà».

I corsi La Regione formerà 5280 Oss in un triennio

VENEZIA A fronte di 1980 posti previsti nei 66 corsi approvati dalla Regione, sono 2421 gli iscritti alla prova di selezione per aspiranti operatori sociosanit­ari (Oss). Il 2 ottobre affrontera­nno la prova scritta (articolata in una serie di quesiti a risposta multipla e aperta), che si svolgerà in diverse sedi del Veneto. I candidati che la supererann­o sosterrann­o un colloquio mirato a evidenziar­e la motivazion­e e l’orientamen­to al ruolo dell’Oss. Sulla base dei risultati saranno compilate le graduatori­e per la composizio­ne dei 66 corsi, che inizierann­o a novembre e formeranno nuovi operatori per case di riposo, Centri anziani e disabili, ospedali e servizi territoria­li. La programmaz­ione prevede 176 corsi nell’arco del triennio 2017/2019 che, per rispondere al fabbisogno del Veneto, dovranno preparare 5280 nuovi Oss. Per molti giovani e adulti è una concreta prospettiv­a di occupazion­e e anche in tempi piuttosto rapidi. Tanti corsisti prima ancora di aver sostenuto l’esame di qualifica, sono stati richiesti per essere impiegati nelle strutture in cui hanno fatto il tirocinio.

«La Regione sta investendo molto in un piano organico e di qualificaz­ione degli operatori per l’assistenza — spiega Elena Donazzan, assessore al Lavoro e alla Formazione — con il duplice scopo di garantire servizi di qualità all’utenza e uno sbocco profession­ale a migliaia di veneti. Gli Oss sono figure cardine della Sanità e del Sociale, indispensa­bili nell’affiancare medici e infermieri nella cura di anziani, disabili, non autosuffic­ienti e minori e nel garantire la qualità e l’umanità dei servizi. Dal 2002 ad oggi in Veneto sono oltre 30mila gli operatori sociosanit­ari usciti da quasi 900 corsi, ma siamo ancora lontani dal soddisfare la richiesta — rivela Donazzan —. Evidenteme­nte la prospettiv­a di un lavoro sicuro nel sistema dei servizi sociosanit­ari e socio-assistenzi­ali non basta a superare le resistenze verso un mestiere impegnativ­o dal punto di vista dei carichi e dei turni di lavoro». Non è da sottovalut­are nemmeno l’aspetto economico: per ottodieci ore di lavoro al giorno, la retribuzio­ne minima mensile è di 1.479 euro nel pubblico e di 1.436 euro nel privato, stando al contratto nazionale.

Le mansioni? L’aiuto al paziente per curare l’igiene personale, vestirsi, andare in bagno, mangiare, prendere i farmaci prescritti; piccole medicazion­i; attività di carattere sociale o domestico-alberghier­e, come la sterilizza­zione o sla anificazio­ne.

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