Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pm10, la Provincia ferma un’auto su tre
Le limitazioni alla circolazione dei mezzi inquinanti (200mila) dal primo ottobre
VICENZA Lotta all’inquinamento atmosferico. Auto e furgoni di categoria euro 3 alimentati a diesel sono da lasciare in garage ma anche euro 0 e 1 alimentate a benzina ed euro 0, 1 e 2 diesel. I mezzi soggetti a restrizioni nei Comuni vicentini sono 200mila, il 30% del totale, il 50% se considerati i commerciali. Ieri il presidente facente funzioni della Provincia, Maria Cristina Franco, ha presentato la nuova bozza di ordinanza per le limitazioni del traffico ai sindaci.
VICENZA Un automobilista su tre, quest’anno, dovrà prestare particolare attenzione alle ordinanze dei Comuni in materia di lotta all’inquinamento atmosferico. E il motivo è tanto semplice quanto impattante: in molti paesi della pianura vicentina alle auto, i furgoni, gli autobus e pure le moto di norma oggetto di limitazioni del traffico perché inquinanti (e datate) si aggiungono anche tutte le auto di categoria euro 3 alimentate a diesel. E non sarà una modifica di poco conto: dei 740mila veicoli che compongono l’intero parco mezzi che circola ogni giorno sulle strade del Vicentino, 66.681 sono le auto classificate come euro 3 diesel, quindi poco meno del 10%. Ma questi si aggiungono al già ricco elenco dei veicoli oggetto di limitazioni e quindi tutte le auto euro 0 e 1 alimentate a benzina ed euro 0, 1 e 2 diesel. La somma totale porta il conto dei mezzi soggetti a restrizioni nei Comuni vicentini attorno a quota 200mila, pari a circa il 30% del totale, mentre considerando solo i mezzi commerciali la quota sale al 50%, quindi un veicolo su due.
Ecco perché ieri il presidente facente funzioni della Provincia, Maria Cristina Franco, e il consigliere delegato all’Ambiente, Matteo Macilotti, hanno voluto presentare la nuova bozza di ordinanza per le limitazioni del traffico per i veicoli inquinanti ai sindaci convocati per il «Tavolo tecnico zonale» relativo all’inquinamento atmosferico in provincia. Il tavolo prende spunto dall’accordo di programma siglato lo scorso anno fra le regioni della pianura padana (Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) e che punta proprio a mettere in campo strumenti per lottare contro lo smog e le polveri sottili che inquinano l’aria del nord-Italia. Il patto prevedeva una serie di misure «restrittive» nei confronti delle fonti di inquinamento da introdurre anno per anno e per la stagione 2018-2019 le novità sono delineate proprio nella bozza presentata ieri a Palazzo Nievo e che tutti i Comuni interessati sono chiamati ad adottare dal 1 ottobre al 31 marzo prossimo nei centri storici. «I Comuni tenuti a rispettare queste norme - spiega Macilotti - sono quelli degli agglomerati urbani di Vicenza e della valle del Chiampo, più Schio e Bassano. Ma noi speriamo che fra le amministrazioni in pianura ci sia l’adesione più ampia possibile». Lo scorso anno, per dire, sugli 82 enti locali della pianura vicentina 69 hanno messo in campo i blocchi del traffico alle auto inquinanti (fino alle auto euro 2 diesel).
Nel merito, la bozza di quest’anno prevede le azioni «standard» da mettere in campo in tutto il periodo, più due livelli di allerta: uno «arancione» a fronte di 4 giorni consecutivi di sforamento dei limiti di polveri sottili e uno «rosso» dopo 10 giorni di sforamento dei limiti. Nelle misure standard ci sono lo stop alle stufe e alle caldaie «di classe inferiore a 2 stelle» (se in presenza di altri sistemi di riscaldamento) e, per la parte veicolare, lo stop nei centri storici ai veicoli euro 0 e 1 a benzina ed euro 0, 1,
2 e 3 diesel nelle fasce orarie
8.30-12 e 15-18.30 (salvo eccezioni per carico-scarico o mezzi di cantiere). «Ogni Comune interessato - osserva Macilotti - è tenuto ad effettuare una propria ordinanza inserendo almeno questi vincoli e perimetrando bene l’area di blocco. Non è prevista alcuna sanzione per le amministrazioni che non adotteranno queste misure, ma ricordo che questo potrebbe comportare un rischio penale per i sindaci come figure responsabili della salute pubblica nel proprio territorio».
I livelli ulteriori di azione alzano ancora di più l’asticella: dopo 4 giorni di sforamento stop anche ai veicoli euro 4 diesel nei giorni feriali e alle stufe e caldaie di classe 3 stelle, ma anche divieto per «fuochi rituali», barbecue, fuochi d’artificio, mentre nel livello «rosso» lo stop agli euro 4 diesel si estende anche ai giorni festivi e stufe e caldaie accese solo se di classe 4 stelle. «Serve un cambio di passo dal punto di vista culturale afferma Franco - perché sempre più il rispetto dell’ambiente e la riduzione degli inquinanti sarà parte della nostra vita futura».