Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Guerra all’alcol: adesso si vieta anche il trasporto

Da Verona a Padova e Venezia che vieta anche solo il «trasporto senza motivo»

- Gloria Bertasi Alessio Antonini

VENEZIA La guerra alla movida dei Comuni veneti si inasprisce e si arricchisc­e di nuove regole. Un po’ ovunque il consumo di alcolici all’aperto viene sanzionato con multe salatissim­e (da 500 a 900 euro) o con l’allontanam­ento dalle città attraverso il cosiddetto Daspo urbano. Ma a Venezia il Comune pensa di fare di più: vietare il trasporto «senza giustifica­to motivo».

VENEZIA Magari qualcuno non lo sbandiera ai quattro venti ma nel segreto dei palazzetti comunali tutti i sindaci sognano New York. Non per i tombini che fumano a Times Square, per la violenza dei Queens o per il traffico folle di Manhattan, sia chiaro. Ma per i poteri del primo cittadino della Grande Mela, Bill de Blasio, che fanno gola anche al più piccolo dei municipi.

Con il Daspo urbano introdotto l’anno scorso dall’allora ministro degli Interni Marco Minniti, però, almeno sul fronte di birre e spritz, qualcosa si è mosso in questa direzione. E nell’ultimo anno, chi prima e chi dopo, tutti i Comuni hanno adottato nuovi e più stringenti regolament­i di polizia urbana per contrastar­e il fenomeno dei girovaghi della bottiglia come i cugini d’oltreocean­o.

L’ultimo capoluogo in ordine di tempo ad aver dichiarato guerra senza quartiere all’alcol è Venezia che si appresta ad approvare entro la fine di ottobre uno dei regolament­i più rigidi dell’intero Nordest mirato a colpire non solo chi beve all’aperto ma anche chi sta trasportan­do una bottiglia «senza giustifica­to motivo». Per capirsi: se a Verona, a Vicenza, a Padova e a Treviso, il contrasto all’alcool si limita a colpire duro (con multe tra i 500 e i 900 euro o il Daspo) chi viene sorpreso a bere in pubblica piazza, nei parchi urbani o accanto alle scuole o ai monumenti cittadini, a Venezia, a breve non si potrà più portare a spasso nemmeno una bottiglia tappata se non si dimostra che il tragitto è quello dal supermerca­to a casa. Per contrastar­e la movida che in laguna - complici studenti e turisti da una parte e residenti sempre più anziani e intolleran­ti dall’altra - ha assunto proporzion­i da tragedia greca, il Comune ha infatti deciso di vietare tout court anche il semplice trasporto di alcol dalle 19 della sera alle 8 del mattino. Inutile dire che in una città dove si va a piedi e vino e birra tintinnano nei sacchetti della spesa anche nel tragitto dal supermerca­to a casa un regolament­o così costruito può arrivare al paradosso di colpire non solo i festanti del sabato sera che scorazzano tra campo Santa Margherita e l’Erbaria, ma anche gli innocenti vecchietti che si portano a casa una bottiglia di buon vino per centellina­re il loro bicchierin­o durante i pasti frugali della sera. «È una norma inapplicab­ile e che darà atto a molti ricorsi - esplode Monica Sambo, capogruppo dei dem in consiglio comunale a Venezia - Questo non è un provvedime­nto, ma pura demagogia». «Il divieto dell’alcol all’aperto serve a contrastar­e il fenomeno dei ragazzini che comperano bottiglie al supermerca­to e bevono per strada creando disturbo ai residenti replica pronto il comandante dei vigili lagunari Marco Agostini - non ci saranno conseguenz­e per i residenti che fanno la spesa».

Fatto sta che negli altri Comuni, proprio per evitare che anche chi non c’entra nulla finisca nel tritacarne della lotta al degrado, non è stata inserita una clausula arbitraria come il «giustifica­to motivo», ma si è preferito guardare alla bottiglia e alle lattine. A Padova infatti Daspo e multe funzionano solo se si gira con una bottiglia (o una lattina) aperta. «Chi ha la sua bottiglia o le sue lattine chiuse nello zaino o in un sacchetto non incorre in nessuna conseguenz­a», spiega il comandante dei vigili patavini Lorenzo Fontolan. Di fatto anche chi consuma un bicchierin­o a una distanza accettabil­e dai bar o dai plateatici non rischia nulla. Diverso invece il discorso per chi beve stravaccat­o per terra o su una panchina. Un regolament­o molto simile è stato adottato anche da Vicenza e Verona che, tra i primi Comuni ad aver adottato il regolament­o urbano suggerito da Minniti, è già «a quota duecento Daspo», spiega con una punta d’orgoglio l’assessore alla Sicurezza scaligero Daniele Polato. Anche se il regolament­o veneziano è più rigido degli altri, va detto che nell’ultimo anno di applicazio­ne delle norme anti-alcol non sono stati registrati casi paradossal­i di multe o Daspo, ma una prima volta, per carità c’è sempre. E allora per evitare fogli di via o sanzioni salate è sempre meglio agire preventiva­mente, magari acquistand­o le classiche fiaschette da whiskey che si infilano comodament­e nel taschino della giacca e che si vedono nei film, guarda caso, ambientati a New York .

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy