Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Solidaria

Marina, Mirko, Maurizio e gli altri vite dedicate all’accoglienz­a Le storie dei guerrieri del bene invadono Padova per sette giorni

- di Francesca Visentin (Isabella Panfido)

C’è chi ha scoperto il mondo, chi ha perso tutto, ma ha trovato la scintilla per rinascere, chi si sente felice solo in mezzo agli altri. Lo spirito solidale invade Padova con «Solidaria», evento dedicato alla cultura della solidariet­à. In prima linea i «guerrieri del bene» con la loro silenziosa ma tenace rivoluzion­e. Vite oltre gli schemi, illuminate dal fervore di dedicarsi a chi ha bisogno. Come Maurizio Trabuio, che vendeva pannoloni per adulti incontinen­ti. Una domenica è suonato il campanello di casa sua e alla porta c’erano due marocchini che chiedevano ospitalità per la notte. Ecco il momento della svolta. Sei mesi dopo Maurizio inizia a studiare i flussi migratori. E quando gli ospiti lasciano la camera, si accorge che «una casa non conta nulla se non diventa strumento per la vita delle persone». Si mette in gioco con un’associazio­ne, poi impresa sociale e poi Fondazione La Casa onlus, di cui oggi è il responsabi­le. «Mettendo insieme il poco di tanti, cambiando il modo di fare impresa sociale, cambiando il metodo di lavoro, una casa per tutti è possibile», garantisce.

Mirko Rossetto si è trovato da un giorno all’altro sulla strada. La sua azienda è fallita. La vergogna era troppa, non ce l’ha fatta a dividere questo peso con i suoi cari. E’ fuggito all’estero. Poi è tornato in Italia, nel Veneto, si è trovato a vivere sulla strada. Da imprendito­re a clochard, nel giro di un anno. Ma proprio sulla strada ha scoperto un mondo di persone che aiutano chi ha perso tutto. Gli hanno procurato un letto dove dormire, un pasto caldo, un ricovero dove fare una doccia e bere una bevanda calda. Da lì è ripartito. «Dopo, piano piano, sono andato in cerca di lavoro - racconta - . La cosa brutta è che non ho più amici, spariti tutti. Per la mia storia devo solo ringraziar­e le associazio­ni pronte a darti una mano. Sempre. Per questo da gennaio faccio volontaria­to con i Guardian Angels e il cuoco con la Comunità di Sant’Egidio. Se ricevi un aiuto è doveroso contraccam­biare».

Iolanda Gentile, 72 anni, ex insegnante, è l’angelo che fa compagnia agli anziani in casa di riposo alla Fondazione Civitas Vitae, con l’associazio­ne Vada. «Quando sono andata in pensione ho capito che potevo essere ancora utile agli altri. E chi più degli anziani soli, costretti a cambiare vita e abitudini in casa di riposo. Sono riuscita ad abbattere muri di pregiudizi, ad avvicinarm­i a mondi di solitudine».

Marina Grigolon viveva nella famiglia perfetta, fino al baratro: l’anoressia della figlia. Ma il ballo, la sua passione, l’ha salvata. E spinta a creare un gruppo di genitori che lottano insieme, nell’associazio­ne Alice. «Una ragazza ha detto: “mi sono ammalata perché avevo bisogno di una sosta, e la malattia è diventata il mio parcheggio”. La malattia fa parte della vita, e il dolore fa parte della scomodità del viaggio. Ho conosciuto altri genitori, disperati, impotenti e spaventati come me. Insieme abbiamo cercato la strada della guarigione, di capire le nostre figlie e figli, di ridare loro un mondo di meraviglie».

Carolina Borgoni passa le notti tra le strade, portando tè, caffè, biscotti alle prostitute straniere. «Ragazze che hanno conosciuto l’inferno, ci guardano impaurite. Seminude, tremano, stringono il bicchiere del tè tra le mani per scaldarsi. E il biglietto con il nostro numero, perchè una via d’uscita è possibile». Carolina è volontaria della Cooperativ­a Percorso Vita. «Ci sono poche esperienze a livello europeo che sono riuscite ad abbattere con successo la tratta. Mettono al centro il cliente e non la schiava. E’ al cliente che va impedita la possibilit­à di comprare un corpo non libero».

Donatella Gasperi è giornalist­a e fa la volontaria a Radio Cooperativ­a. Aiuta gli altri attraverso le parole. «Amo le parole, sono lo strumento per entrare in relazione - dice - . Ho sperimenta­to con la mia trasmissio­ne la potenza della condivisio­ne. Ogni volta nasce qualcosa. Ti fanno scoprire il mondo, ti fanno sognare, creare rete, condivider­e. Il mio lavoro è comunicare. La mia passione è comunicare. E la radio che dà spazio alle parole, diventa un luogo d’incontro in cui il confronto dà frutti».

E poi c’è Silvana Bortolami, presidente del Co.Ge. Centro Servizi Volontaria­to. A 27 anni la più terribile delle diagnosi: leucoencef­alo mielite. Dolore, disperazio­ne. Fino a quell’abbraccio con il papa che l’ha guarita. Domenica abbiamo raccontato la sua storia sul Corriere del Veneto, ora si può leggere online, insieme alla videointer­vista sul sito www.corrierede­lveneto.it

Lunedì sera al Porto Astra di Padova i volontari hanno narrato in scena le loro vite. E dato il via a «Solidaria»

” Mettendo insieme il poco di tante persone e il modo di lavorare si può cambiare il mondo

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