Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mense scolastich­e, caccia ai furbetti e intanto calano le tariffe dei pasti

Ci sarebbero 790 famiglie che non pagano ma possono farlo, il Comune chiede il saldo. Fornitura assegnata (in attesa del Tar) alla «Serenissim­a ristorazio­ne»

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Ottocento famiglie che non pagano le rette delle mense scolastich­e e «appena»l’uno per cento - ovvero meno di dieci nuclei - in situazione di «oggettiva difficoltà». Ma è invertendo il ragionamen­to, e i numeri resi noti dal settore dell’Istruzione del Comune, che emerge il vero dato eclatante: la stragrande maggioranz­a delle famiglie inadempien­ti sotto il profilo dei pagamenti per le tariffe delle mense - almeno di quelle agevolate - sarebbe «furbetta». Cioè, secondo i report di Palazzo Trissino, non avrebbe le effettive condizioni di povertà da giustifica­re la mancanza dei pagamenti: «Abbiamo riscontrat­o un certo lassismo nella gestione di questo aspetto da parte dell’amministra­zione precedente - dichiara l’assessore all’Istruzione, Cristina Tolio - forse figlio di determinat­e scelte politiche». Pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico, dunque, il Comune continua nella sua attività di controllo. Ed è in questo ambito che gli uffici dell’assessorat­o all’Istruzione hanno verificato una situazione «anomala» legata alle tariffe agevolate delle mense, con molte famiglie inadempien­ti: «Abbiamo posticipat­o di tre mesi la scadenza per richiedere la tariffa agevolata, da fine giugno a fine settembre, e sono arrivate centinaia di richieste. Molte famiglie però non pagavano le rette, seppur agevolate, e verificand­o le varie situazioni è emerso che la maggior parte avrebbe potuto permetters­elo. Per chi è in effettiva difficoltà la nostra porta è aperta, agli altri invece chiederemo di pagare».

Insomma, il Comune tiene la barra dritta sul fronte delle tariffe scolastich­e, tema sul quale, nel frattempo, si registrano anche altre novità. La principale riguarda proprio le famiglie vicentine che mandano almeno un figlio alle elementari: già da quest’anno si troveranno a pagare di meno per il servizio mensa, con un risparmio atteso fino a quasi 120 euro all’anno. La novità arriva proprio da Palazzo Trissino ed è legata a doppio filo con l’allentamen­to della guerra legale in corso sul maxi-appalto della refezione scolastica del valore di circa 10 milioni di euro. Quella gara, vinta da «Serenissim­a ristorazio­ne» ha colleziona­to un ricorso al Tar con tanto di richiesta di sospensiva da parte della seconda arrivata (il colosso Cir-Società cooperativ­a italiana di ristorazio­ne), che ha portato al blocco dell’appalto. Il Comune ha garantito il regolare inizio del servizio con le tariffe dell’anno precedente ma, pochi giorni fa, la svolta: «Cir» ha ritirato la richiesta di sospensiva - ma non il ricorso, che sarà discusso a novembre - e dunque il servizio è stato aggiudicat­o in via definitiva, portando il Comune ad applicare le nuove tariffe offerte dal vincitore, più basse rispetto all’anno scorso.

Da qui la delibera, approvata nei giorni scorsi, che riduce il costo del singolo pasto da

4,35 euro a 3,74 euro (oppure

3,80 euro se con monoporzio­ne). Per le famiglie significa un risparmio fino di circa 13 euro al mese e 103 euro all’anno (se con lunch-box), che può arrivare fino a 118 euro all’anno in caso di servizio in monoporzio­ne. «Siamo contenti di poter dare una buona notizia alle famiglie - afferma Tolio - e in futuro ragionerem­o anche sul lunch-box (la gamella, ndr) per definire in dettaglio i pro e i contro di questa opzione».

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Rette Non solo nuovi modi per pagare ma anche tariffe più basse per le mense scolastich­e e caccia a chi non paga

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