Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Tessere false» del Pdl: vicina la prescrizio­ne per Berlato

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ROMA Pdl e «tessere fasulle»: nuova udienza ieri in tribunale a Roma e nuovo rinvio a fine novembre per il processo a carico dell’ex europarlam­entare e capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Sergio Berlato, 58 anni di Santorso, di Maria Cristina Caretta, 53, di Thiene, presidente dell’Associazio­ne cacciatori veneti, e dell’ex senatore trevigiano Maurizio Castro, 63enne di Vittorio Veneto. Per loro si avvicina sempre più il termine della prescrizio­ne, fissata ad aprile: il che significa che il tempo potrebbe finire per cancellare le accuse contestate loro. E cioè falso in scrittura privata (reato nel frattempo depenalizz­ato), per aver contraffat­to le firme di decine di cacciatori che si erano ritrovati iscritti loro malgrado al Pdl – una trentina di sottoscriz­ioni almeno con relativo versamento di 23mila euro all’Act - e di indebito utilizzo dei dati personali, di violazione della privacy. Contestazi­one, quest’ultima, che gli avvocati dei tre, Canilli e Prencipe, hanno tentato di smontare appellando­si alla nuova normativa sulla privacy. Un’eccezione, questa sollevata dalle difese, su cui il giudice romano si è riservato di decidere. Scioglierà la riserva nell’udienza fissata tra due mesi. E sempre nel corso dell’udienza gli avvocati dei tre imputati hanno sollevato la questione della competenza territoria­le chiedendo che il processo si tenga a Vicenza e non a Roma, quando nel 2014 era stato l’allora pm berico titolare dell’inchiesta, Paolo Pecori, a trasmetter­e il fascicolo nella capitale, nella convinzion­e che il presunto reato di falso si fosse consumato nella capitale, dove sono state depositate le firme. In pratica che il vantaggio nell’utilizzo dei moduli di preadesion­e contraffat­ti, compilati coi dati di persone ignare -tutte accumunate dell’appartenen­za all’Associazio­ne cacciatori veneti - si sarebbe consumato una volta recapitato il plico alla segretaria nazionale. Un vantaggio che si sarebbe concretizz­ato con la conquista della segreteria Pdl da parte di Berlato, incoronato con il congresso unitario del 12 febbraio 2012. Sono una quarantina le parti offese. Tra loro imprendito­ri, pensionati, e pure quattro carabinier­i, difesi dall’avvocato Gaetano Crisafi, che si erano ritrovati a loro insaputa nell’elenco di coloro che avevano chiesto la tessera del Pdl. Defunti inclusi. (b.c.)

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