Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Un centro veneto «NeMo» Il sogno di Mattia (e Baggio)
Oltre 6.500 malati neuromuscolari senza riferimento
LONIGO «Perché sono costretto ad andare fino a Milano per curarmi?». Dall’amaro sfogo di un 23enne di Lonigo, affetto da atrofia muscolare spinale di tipo 2, parte la richiesta alla Regione Veneto di poter creare in Veneto un centro di cura per malati neuromuscolari.
Con questo scopo Mattia Lovato assieme a Sara Favaretto, una 40enne trevigiana affetta dalla stessa sindrome, verso la fine dello scorso anno ha messo in piedi il gruppo Facebook «Mostriamo i muscoli», che raccoglie pazienti intenzionati a portare in Veneto una clinica NeMo (Neuro Muscolar Omni Center), «dove trovare un team multidisciplinare che si fa carico dei bisogni delle persone con disfunzioni motorie, e al tempo stesso crea le condizioni di eccellenza per attuare e sviluppare trattamenti innovativi» precisa il ragazzo. A sostegno del gruppo c’è anche Roberto Baggio, che nei giorni scorsi ha incontrato Lovato e Favaretto, mostrando loro la sua vicinanza e sostegno.
Il 23enne e gli altri componenti di «Mostriamo i muscoli» chiedono un incontro con il governatore del Veneto Luca Zaia per mostrare la bontà del loro progetto, dopo che a giugno lo hanno presentato in Regione. Ad oggi sono quattro i centri NeMo in Italia. Oltre a Milano, c’è n’è uno ad Arenzano in provincia di Genova, uno a Roma e un altro a Messina, gestiti da Fondazione Serena Onlus. «Purtroppo, in Veneto non esistono strutture analoghe – continua Lovato –, e quelle presenti non sono adeguate, perciò siamo spesso costretti ad andare a curarci fuori con molte difficoltà (non solo logistiche) e costi maggiori per la Regione». I centri NeMo, essendo basati su un approccio omnicomprensivo, «promuovono un miglioramento della qualità di vita per la famiglia e per la persona con patologia neuromuscolare, sia essa di età infantile, adolescenziale o adulta, cercando di rallentare la progressione della malattia e di prevenirne le complicanze» specifica il ragazzo che ha anche avuto il benestare del presidente dei centri e della fondazione Serena Onlus, Alberto Fontana. Secondo le stime del gruppo, in regione sono circa 6.500 le persone affette da malattie neuromuscolari. (a.al.)