Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Condannato «ambasciato­re» del Veneto a Roma

- Roberta Polese

VENEZIA Al vicentino Paolo Bellieni, ex ambasciato­re della Regione Veneto a Roma e uomo di Giancarlo Galan, è arrivato il saldo della procura ordinaria, dopo quello presentato­gli dalla Corte dei Conti due anni fa. Nominato nel 2005 rappresent­ante della Regione Veneto a Roma, era stato condannato nel 2016 dalla magistratu­ra contabile a restituire 95mila euro di spese sostenute con fondi pubblici, ma non giustifica­te. Ora arriva anche la sentenza penale: il tribunale capitolino lo ha condannato a tre anni per peculato.

Le accuse si sovrappong­ono a quelle raccolte dai magistrati contabili romani e chiudono un altro (triste) capitolo della legislatur­a di Galan. Al centro delle indagini c’erano i quasi cento mila euro spesi tra cene, viaggi, acquisti sostenuti senza un’adeguata rendiconta­zione tra il 2008 e il 2010, tra questi anche una decina di cravatte Marinella, di cui non si è ben capita l’utilità. Parallelam­ente all’inchiesta amministra­tiva era corsa quella penale, condotta dal pm capitolino Carlo Villani. La settimana scorsa il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa decretando la condanna del vicentino. Le motivazion­i della sentenza arriverann­o tra due mesi.

I nodi erano venuti a galla quando il presidente della Regione Luca Zaia nominò nel 2011 il colonnello dei carabinier­i Marco Mantile responsabi­le dell’ufficio di Roma. Mantile aveva preso subito in mano le carte del suo predecesso­re e non aveva impiegato molto a capire che le spese non quadravano. Le disposizio­ni di legge infatti parlano chiaro: non basta scrivere che si erano resi necessari uno, due o tre viaggi da Roma a Venezia e ritorno nel giro di una settimana, non basta scrivere che sono stati spesi 5000 euro per i pasti o per cene di lavoro. Non bastano gli scontrini delle cravatte, è invece spiegare anche il motivo del viaggio, il contenuto della riunione cui si è preso parte, il motivo dello spostament­o, la ragione del pasto di rappresent­anza, la circostanz­a in un acquisto (anche delle cravatte). Altrimenti i conti non tornano. La denuncia, oltre a correre sul piano della magistratu­ra contabile, era finita anche sul tavolo della procura ordinaria che ha impiegato qualche mese in più a giungere alla conclusion­e alla fine ha chiuso il caso in primo grado. Certo non erano state profetiche le parole di Bellieni quando qualche anno fa disse: «Sono andato a Roma per risolvere i problemi a Galan» (scrive Renzo Mazzaro nel suo libro «I padroni del Veneto»). Quali e quanti problemi abbia risolto al presidente Galan andando a Roma non è dato sapere, di certo ne ha creati molti a se stesso.

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