Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Preoccupate Cgil, Cisl e Uil «In gioco la credibilità del sistema veneto» Pd, Leu e M5s: «Chiarezza» La Lega: «Serve cautela»
VENEZIA All’indomani dell’inchiesta del Corriere del Veneto sulle ricette manomesse per falsare i risultati delle liste d’attesa, è un fuoco di condanne e richieste di chiarimenti da ogni fronte politico e sindacale. E il deputato veneziano Nicola Pellicani del Pd annuncia un’interrogazione parlamentare.
Nel vociare di chi chiede commissariamenti e teste, dalla Lega un silenzio assordante rotto solo da poche righe del consigliere regionale del Carroccio Alberto Semenzato già candidato, lo scorso anno, a sindaco nel suo comune, Mirano, nel Veneziano, epicentro dell’inchiesta sul software «modifica-ricette». Per il resto la linea scelta del governatore Luca Zaia è stata il silenzio ed è pur vero che proprio dalla Regione è partita la segnalazione sul «caso» dell’Usl 3 veneziana.
«Prima di sparare sentenze contro l’Usl 3 e il dg Giuseppe Dal Ben, si dovrebbe ricordare che è stata la stessa Azienda a notare le incongruenze — attacca Semenzato — a sospendere l’uso del sistema e ad avviare un procedimento di verifica amministrativa, consapevole del fatto che il rispetto delle liste d’attesa è uno dei fiori all’occhiello della sanità veneta». Semenzato avanza la tesi che si tratti di un attacco «ad personam»: «Chi in queste ore sta attaccando personalmente Dal Ben, come i consiglieri di minoranza, dovrebbe ricordare che i fatti sono riferiti a un periodo precedente la sua gestione».
Diametralmente opposte le reazioni delle opposizioni in Consiglio regionale. Erika Baldin del M5s chiede «Chiarimenti immediati, controlli in tutte le aziende sanitarie e punizioni esemplari per chi ha architettato e gestito questo sistema e controlli da estendere a tutte le aziende sanitarie del Veneto». Secondo la pentastellata: «È indispensabile cancellare ogni ombra sulla sanità veneta e solo un controllo a tappeto può darci questa certezza».
Il Partito Democratico con Bruno Pigozzo sceglie una linea ferma ma istituzionale: «Se quanto emerso oggi sull’ipotesi di liste di attesa taroccate nella Usl 3 fosse vero sarebbe gravissimo — dice Pigozzo —. La giunta deve verificare e chiarire immediatamente, vanno tutelati sia il diritto alla salute dei cittadini che la credibilità del Sistema sanitario regionale nel suo complesso. Abbiamo chiesto con urgenza di convocare in quinta commissione Sanità sia il direttore dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben sia l’Azienda Zero che, a quanto appreso, avrebbe sollevato il problema».
Ancora più netto Piero Ruzzante di Leu: «Liberi e Uguali chiede alla giunta Zaia di quantificare precisamente le ricette taroccate, di informare i cittadini che hanno subito ritardi nell’erogazione delle prestazioni, di valutare possibili risarcimenti e di commissariare la Usl 3 perché questo potrebbe essere il più grande scandalo della sanità veneta. Dal Ben ancora al suo posto? Assurdo».
Preoccupati i sindacati della funzione pubblica. «Il rischio concreto — osserva Francesco Menegazzi della Uil — è che questa storia ci faccia ripiombare ai tempi del direttore generale Antonio Padoan
Ruzzante (Leu)
A Zaia chiediamo di quantificare le ricette taroccate, di valutare risarcimenti e di commissariare l’Usl 3: potrebbe essere il più grande scandalo della sanità regionale. Dal Ben ancora lì? Assurdo
in cui l’Usl ex 12 era a rischio scandalo ad ogni piè sospinto. Speriamo che la Regione non abbandoni l’Usl 3, che ora ha un interim sia in terraferma che in centro storico».
Sulla stessa linea Dario De Rossi della Cisl: «A rischio l’immagine di una Usl in cui moltissimi operatori ogni giorno danno l’anima per far funzionare i servizi, chiediamo che si verifichino le responsabilità sia tecniche che politiche». La Cgil con Daniele Giordano e Marco Busato parla di «grave attacco alla sanità pubblica» e aggiunge: «In gioco ci sono la credibilità della sanità pubblica e la tenuta etica della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini».