Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaia: «Indagine partita dalla mia segnalazione» Pd e M5S all’attacco
VENEZIA «La segnalazione che ha dato il via all’inchiesta della magistratura sulle liste d’attesa all’Usl veneziana l’ho fatta io». Lo dice il governatore Luca Zaia, che spiega: «Era stata fatta una relazione sulla vicenda, che gli uffici regionali stavano analizzando da qualche mese. Ho rimesso il tutto al procuratore Bruno Cherchi, chiedendo un approfondimento e di prendere delle decisioni, se necessario, senza portare una posizione predefinita, visto che la questione è molto complicata da un punto di vista tecnico. Ed è giusto che sia chiarita, in modo che non rimangano dubbi. Se una sola prestazione risulterà irregolare, sarà applicata la tolleranza zero».
Ma il Pd con l’onorevole Nicola Pellicani interroga il ministro della Salute, Giulia Grillo, per sapere «se intenda verificare l’accaduto a tutela del diritto alla salute dei cittadini che si sono rivolti all’Usl 3» e con il consigliere regionale Bruno Pigozzo chiede una commissione d’inchiesta sul caso. Anche perchè gli ispettori della Regione hanno scoperto un’«anomalia» anche nei Pronto Soccorso di Venezia, Mestre, Mirano, Dolo e Chioggia. A tutti i codici bianchi viene attribuita un’attesa di 3 ore e 59 minuti e poi il passaggio all’Osservazione breve intensiva, di solito dedicata ai casi più complessi, non a tutti. Il sospetto è che l’Usl lagunare, non essendo in grado di garantire un’attesa per i codici bianchi non superiore alle 4 ore come stabilito da una delibera regionale, sia ricorsa a questo escamotage. «Lo scandalo delle liste di attesa truccate nell’Usl 3 sembra si stia allargando ai Pronto soccorso, ma il presidente della commissione Sanità, Fabrizio Boron, ha deciso di non convocare né il direttore generale Giuseppe Dal Ben né i vertici dell’Azienda Zero — accusa Pigozzo —. Un rifiuto incomprensibile, alimenta l’aria di sospetto che vogliamo evitare. Il nostro obiettivo è fugare ogni dubbio e la commissione ha il diritto, politicamente, di entrare nel merito. Chiediamo nuovamente una rapida convocazione della commissione Sanità, così da poter sentire dai diretti interessati cosa è successo. Sennò chiederemo una commissione d’indagine».
Aggiunge Patrizia Bartelle (M5S): «E’ evidente che il problema delle liste d’attesa è sfuggito di mano. Si capiva da tempo che c’era una forte discrepanza tra la realtà e i dati ottimistici diffusi dalla Regione. La vulgata popolare riferiva di code chilometriche e di nemmeno tanto velati inviti, al momento della prenotazione, affinché i cittadini si rivolgessero al privato. La questione è strutturale: la scelta politica della Lega di indebolire la sanità pubblica comporta come logica conseguenza il nodo delle liste d’attesa, la chiusura di servizi ospedalieri, la fuga dei medici verso il privato». Bartelle chiede che l’inchiesta della Procura venga affiancata da un’indagine amministrativa affidata a un ente terzo rispetto alla Regione.