Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Bonus libri, ricorsi dopo la bufera
Gli immigrati: si va alla Consulta. Ma Zaia: non siamo razzisti. Donazzan: ora tocca ad asili e mense
VENEZIA Esplode il caso del «bonus libri». E si allarga agli altri servizi che prevedono il criterio dell’Isee. Sull’obbligo di presentare non solo l’Isee ma anche documenti ufficiali del Paese d’origine che attestino la nullatenenza in patria, si è scatenato il putiferio. Durissimi Pd e M5s mentre la Lega difende l’applicazione di una norma nazionale del ‘99 applicata dall’assessore Donazzan. Intanto i «Comuni ribelli» di Padova e Belluno annunciano che faranno da soli.
VENEZIA Più che una bufera (di polemiche), uno tsunami. Quello che era nato qualche giorno fa come «il caso Padova» è balzato improvvisamente agli onori delle cronache nazionali. Parliamo del «bonus libri», il contributo che la Regione eroga ogni anno per aiutare le famiglie meno abbienti nell’acquisto dei testi scolastici e che, da quest’anno, prevede una certificazione vidimata da consolati e ambasciate per attestare la nullatenenza dei richiedenti in patria. Opposizione e sindacati gridano alla discriminazione palese e Leu, con il consigliere regionale Piero Ruzzante, arriva a citare «nazisti e fascisti» in merito allo smantellamento progressivo dei diritti per una parte di popolazione. Dall’altra parte si erge lo scudo compatto della Lega che da Bruxelles a Milano passando naturalmente per i bastioni veneti difende a spada tratta la scelta che ha per estensore Elena Donazzan, assessore regionale con delega all’Istruzione e, incidentalmente, unica rappresentante di FI in una giunta quasi monocolore verde Carroccio. Il Pd in consiglio regionale chiede la proroga dei termini per la presentazione delle richieste (la scadenza era ieri a mezzogiorno) e i pentastellati veneti, dai consiglieri regionali alla senatrice veneziana Orietta Vanin ammoniscono «giù le mani dal diritto all’istruzione». E, intanto, la Consulta per l’immigrazione annuncia battaglia con impugnazioni e ricorsi «fino in Corte Costituzionale».
Se non è un «Lega contro tutti» poco ci manca. «Il riferimento normativo è nazionale, - dice Donazzan - parliamo del decreto 394 del presidente della Repubblica del 1999, noi ci limitiamo ad applicarlo». La domanda che si pongono in molti è, perché declinare questo decreto ora dopo 19 anni? «Fin qui si è lasciato andare aumentando, di fatto, la sensazione che ci sia una discriminazione nei confronti degli italiani». Impossibile citare le decine di prese di posizione, dall’associazione degli editori dei testi scolastici contrari alla nuova norma passando per Cgil e Cisl che condannano fermamente quella che viene definita una «limitazione al diritto all’istruzione» sulla stessa posizione del Comune di Padova il cui assessore all’Istruzione, Cristina Piva, dice: «Non escluderemo nessuno, è una norma discriminatoria e oltretutto inapplicabile, perché lo stesso Ministero degli Interni non è in grado di indicare i Paesi con i quali sarebbero state attivate le necessarie convenzioni». Belluno rincara la dose: «Ci comportiamo in maniera uguale con tutti i nostri cittadini, italiani o stranieri, tanto più se sono bambini. Se la Regione non lo farà, ci penserà il Comune, magari anche coinvolgendo i cittadini» dice l’assessore alle politiche sociali e dell’istruzione di Belluno, Valentina Tomasi. Di mezzo c’è tutta la bagarre prettamente politica con un riflettore in più sui pentastellati veneti fermamente contrari. «Ai consiglieri regionali dei 5 Stelle - risponde Donazzan - ricordo che quando si votò la legge regionale numero 2 a febbraio di quest’anno, legge che chiarisce proprio il punto della non sufficienza dell’Isee, loro si astennero».
Lo scorso anno sono state 26mila le richieste per i bonus libri in regione di cui 7.000 da parte di famiglie non italiane e, fra questi, appena un migliaio circa erano di famiglie non comunitarie. Che succederà ora alle richieste presentate fino a ieri? «Procederemo alla verifica in Regione - conclude l’assessore - e ci sarà il tempo per integrare i documenti».
” Anci Stiamo lavorando con la Regione per trovare una soluzione di buon senso anche su altri fronti analoghi a questo