Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Morti nella solfatara indaga team universitario
si prepara a seguire lo stesso percorso della famiglia per stabilire le possibili responsabilità in quel dramma e forse fissare una volta per tutte il livello di pericolosità del vulcano. Il compito ricadrà sulle spalle del professor Giovanni Battista Crosta, direttore della sezione di Scienze Geologiche e Geotecniche del dipartimento di Scienze dell’Ambiente, del Territorio e della Terra dell’Università di Milano Bicocca; del professor Orlando Vaselli, docente in Geochimica e Vulcanologia e direttore di Scienze della Terra all’Università di Firenze; del professor Giuseppe Tito Aronica, docente in Ingegneria idraulica all’Università di Messina; del professor Claudio Giulio Di Prisco, docente in Geotecnica al Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale al Politecnico di Milano; del professor Angelo Baggiani, docente in Igiene generale e applicata al Dipartimento di Ricerca transnazionale NTMC all’Università di Pisa; del geofisico Giuseppe Marino, esperto di Idrogeologia; dell’ingegner Maurizio D’Amico, competente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. I sette consulenti nominati dal tribunale di Napoli hanno iniziato ieri la loro «super perizia», rilevatori portatili di idrogeno solforato alla mano e l’obbligo tassativo di mantenersi sui sentieri sicuri e segnalati».
Anche così il loro sopralluogo eraitato a 60 minuti e, in caso di pioggia, sarebbe stato rimandato a data da destinarsi, a testimonianza di quanto sia ancora considerato rischioso il sito. All’ora passata «sul campo» seguiranno mesi di analisi e studi, con l’obiettivo di stilare un pacchetto di norme di sicurezza che, se rispettato, potrebbe consentire il dissequestro dell’area e la sua riapertura. La solfatara ha un impatto non indifferente sull’economia del territorio: già a giugno di quest’anno, dopo 8 mesi di chiusura a Pozzuoli commercianti, ristoratori e albergatori parlano di «deserto turistico», tra camere sempre vuote e tavole mai apparecchiate.