Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’olimpionic­a Alessandra «Con la break dance ho sconfitto anche i bulli»

Alessandra, 18 anni e medaglia: «Perseguita­ta perché piccola»

- Di Francesca Visentin

SANTA LUCIA DI PIAVE (TREVISO) Il primo ricordo è la musica di Michael Jackson, la passione dei suoi genitori. A quattro anni sgambettav­a sulle note di «Thriller», cercava di imitare quei passi di danza ipnotici. E non ha più smesso. Dieci anni dopo, Alessandra Cortesia, in arte B-girl Lexy, trevigiana di Santa Lucia di Piave, 18 anni, ha vinto nei giorni scorsi la medaglia d’argento alle Olimpiadi giovanili di break dance a Buenos Aires, nel primo anno in cui questa disciplina è stata riconosciu­ta come sport olimpico dal Coni. «Quando ballo sto bene, sono felice», dice Alessandra. Sale in pista, salta, ruota, piroetta, danza muovendo il corpo come fosse di gomma. E macina medaglie: qualche mese fa il quinto posto ai mondiali di Tokyo in Giappone, adesso l’argento alle Olimpiadi.

La break dance è passione, istinto, talento, ma per Alessandra è stata anche l’arma del riscatto, con cui è riuscita a reagire ai bulli, a ribellarsi. «La persecuzio­ne è iniziata alle elementari - racconta - ero piccolina, più piccola degli altri, con i capelli corti e l’imperdonab­ile colpa di essere la più brava della classe. Così hanno iniziato a schernirmi, insultarmi, minacciarm­i. Prima mi hanno ridicolizz­ata, emarginata, poi mi scrivevano lettere minatorie, mi costringev­ano a portare gli zaini pesanti di tutti, a fare i compiti per loro: una schiava. Stavo male, ma non dicevo niente. Ballare mi ha fatto acquistare fiducia. Attraverso la break dance ho creato una guerriera, una nuova personalit­à, ho iniziato a dire “no”, a ribellarmi. Mi sentivo più forte, non subivo più».

La guerriera ha tenuto a bada i bulli, li ha allontanat­i. Lexy ha spiccato il volo, ha iniziato a vincere, una gara dopo l’altra. «La mia felicità è andare in palestra, allenarmi, poi ballare e fare vedere al mondo quello che so fare - dice la campioness­a trevigiana - . La popolarità non mi interessa. Amo tutta la cultura che ruota intorno alla break dance, l’hip hop, i graffiti, mi piace molto anche disegnare. La danza è un’arte prima che uno sport».

Cosa diresti oggi ai bulli che ti hanno perseguita­ta? «Sono più forte a causa loro. Grazie per avermi dato un motivo per trovare me stessa». Alessandra si allena quattro ore ogni giorno, studia enologia all’Istituto Carletti di Conegliano, ma non si vede come futura sommelier. «Ho scelto questa scuola perchè mi dà molte possibilit­à in futuro, dopo la maturità voglio fare biotecnolo­gia molecolare all’Università. E continuare anche a gareggiare con la break dance».

Alle Olimpiadi di Rio de la Plata a Buenos Aires, Alessandra Cortesia che gareggia con la Street Warriors Crew, ha ottenuto il secondo posto nella mixed team in coppia con l’argentino Mariano Carvajal. «Mai nessun atleta della Federazion­e italiana danza sportiva aveva ottenuto un risultato così importante - ha commentato Michele Barbone, presidente Fids -, con questo successo tutto il movimento sportivo può guardare con entusiasmo e speranza al futuro». Il debutto della campioness­a trevigiana alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires è stata una data storica, nello stesso giorno anche la break dance debuttava, riconosciu­ta insieme a karate e arrampicat­a sportiva come sport olimpico. La prossima sfida di Alessandra è già dietro l’angolo: a gennaio affronterà i mondiali di Rimini. E l’amore, c’e’? Un fidanzato? «Per ora no, non è nelle mie priorità - rivela Alessandra/ Lexy, da vera guerriera - . Ho amici in tutta Italia e nel mondo. Ma l’amore può aspettare».

Ballare mi ha fatto acquistare fiducia Attraverso la break dance ho creato una guerriera, una nuova personalit­à e ho iniziato a dire no ai bulli

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Sul podio Alessandra Cortesia con medaglia e tigrotto. A sinistra, durante un ballo

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