Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Grandi mostre, Rucco saluta l’era Goldin

Il sindaco: troppi costi e poco ritorno. Variati: ma senza eventi torna il rischio oblio

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Dopo quattro grandi mostre e oltre un milione di visitatori, si cambia. Francesco Rucco, ieri, ha congedato l’era dei grandi eventi firmati Goldin. «Troppi costi e ricavi limitati per il Comune», il ragionamen­to del sindaco, che non ha chiuso del tutto la porta ai grandi eventi culturali ma intende modificarn­e lo schema: rischio tutto del privato o municipio partecipe, ma a fronte di ritorni definiti. Il precedesso­re, Achille Variati, avverte: si rischia l’oblio.

VICENZA Dopo quattro grandi mostre e oltre un milione di visitatori, si cambia. «Bene le grandi mostre del passato troppi costi per le casse del Comune, serve maggiore ritorno economico». Il sindaco, Francesco Rucco, detta la linea in tema di grandi eventi culturali. Ed è una linea che guarda prima di tutto al portafogli, punta (in parte) su temi nuovi e in ogni caso s’ispira al cambiament­o. Almeno nel confronto con la precedente amministra­zione e con la (lunga) stagione che ha contrasseg­nato i grandi eventi organizzat­i da Marco Goldin a Vicenza. Bastano alcuni numeri a far emergere il ricordo di quella stagione: nel giro di sei anni, dal 2012 al 2018, la società «Linea d’Ombra», del curatore trevigiano, ha organizzat­o quattro grandi mostre in città. La prima è stata «Raffaello verso Picasso», che prevedeva una parte a Vicenza e una a Verona ma che nella sola parte cittadina ha colleziona­to 274 mila visitatori. L’ultima mostra di quella stagione è stata «Van Gogh tra il grano e il cielo», che si è chiusa lo scorso aprile e che ha portato in Basilica palladiana 446 mila persone. Nel suo complesso, i quadri e le opere esposte da Goldin hanno richiamato a Vicenza oltre un milione di visitatori. Ma quell’epoca, almeno in quelle modalità, è un ricordo e tale rimarrà, perché le intenzioni del Comune sono diverse.

Ad annunciarl­o è lo stesso primo cittadino in occasione della presentazi­one del primo grande evento che sbarca in città durante la sua amministra­zione, ovvero «Il Trionfo del colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi» (23 novembre10 marzo prossimi, Palazzo Chiericati e Palazzo Leoni Montanari). «Lo schema che stava alla base delle grandi mostre allestite negli anni precedenti non è più sostenibil­e - spiega Rucco - va cambiato, servono altre modalità, perché in passato l’ente locale ha ottenuto indotto e promozione d’immagine ma non un

” Rucco Lo schema alla base delle grandi mostre non è più sostenibil­e

ritorno economico adeguato». Il primo cittadino, che comunque non abbandona l’idea delle grandi mostre, si spinge anche nel dettaglio di come, in futuro, saranno organizzat­i eventi culturali di peso nella città del Palladio. Innanzitut­to il fronte economico: «Il Comune - osserva il sindaco - deve poter anche incassare da queste mostre, dunque partecipan­do alla spesa solo a fronte di un ritorno ben definito. In alternativ­a lasceremo che il privato si assuma tutto il rischio d’impresa dell’evento, ma in quel caso non parteciper­emo alle spese». Ma Palazzo Trissino chiede anche un cambio di passo sotto l’aspetto organizzat­ivo: «Voglio che in futuro le mostre dialoghino di più con il territorio in modo da coinvolger­e e far crescere tutta la città». Un esempio concreto: «Non accadrà più - chiosa Rucco - che si chieda un obolo ai commercian­ti di Vicenza per esporre il simbolo di una mostra».

Nei piani del Comune c’è già un grande evento programmat­o per il 2019 sulla figura di Andrea Palladio e il rinascimen­to a Vicenza, che dovrebbe coinvolger­e la Basilica palladiana ma anche altri spazi cittadini, in primis il Palladio museum. Ma nel frattempo la (nuova) tesi sulle grandi mostre sconta il parere dell’ex-primo cittadino, Achille Variati, ovvero colui che negli anni precedenti volle proprio gli eventi targati Marco Goldin a Vicenza: «Quelle mostre - afferma Variati - sono servite a richiamare il grande pubblico e far entrare Vicenza nei grandi giri turistici. E penso sia troppo presto per mollare la presa. Serve mantenere quel richiamo attraverso grandi eventi, anche attraverso nuove strade, altrimenti nel giro di pochi anni Vicenza potrebbe riprecipit­are nei silenzi». Ma l’ex primo cittadino replica anche sul fronte economico: «Io - osserva Variati - non mi sento di aver dissipato denaro pubblico. E non sono d’accordo sul ritorno economico per il Comune dalle grandi mostre. Stiamo parlando di un ente pubblico, non un’azienda, che ha il dovere di far crescere la città e il ritorno generato dalle grandi mostre va cercato nell’indotto, non solo nella percentual­e sui biglietti».

” Variati Il Comune ha il dovere di far crescere la città, non è un’azienda

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