Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cona, Tar e ministero «frenano» la chiusura

Profughi, il prefetto Zappalorto ha già pronto il piano di alleggerim­ento. Ma la burocrazia lo blocca

- Francesco Bottazzo

VENEZIA La burocrazia ferma l’alleggerim­ento prima e la chiusura poi dell’ex base di Conetta (ma anche i nuovi gestori) dove ci sono ancora 380 richiedent­i asilo, poca cosa comunque rispetto ai quasi ottocento di inizio anno. Fosse per il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto buona parte degli ospiti (l’obiettivo è di arrivare a 150 a giugno del 2019) sarebbero già stati suddivisi nelle varie strutture sparse nel territorio (i cosiddetti Cas, centri di accoglienz­a straordina­ria) tanto che da luglio il bando è fermo in attesa del nuovo schema di capitolato di gara di appalto per la fornitura di beni e servizi deciso dal ministero dell’Interno con l’obiettivo di ridurre i costi dell’accoglienz­a.

L’impasse si somma allo stop dei giudici sul nuovo appalto di Conetta già aggiudicat­o alla Nova Facility di Gian Lorenzo Marinese che attendeva solo la firma del contratto. Se da una parte l’imprendito­re aveva rifiutato di firmare a causa con il dimezzamen­to degli ospiti (400 al posto degli quasi 800 del bando), dall’altra Zappalorto è con le mani legate perché non può procedere ad assegnazio­ne diretta (ridiscuten­do con la Nova Facility o con la seconda in graduatori­a) tanto meno fare una nuova gara. Attende infatti le nuove disposizio­ni del ministero ma deve fare anche i conti con il Tar del Veneto che ha accolto la richiesta di sospensiva della cooperativ­a Edeco, l’ex Ecofficina di Simone Borile gestore dell’hub di Cona, che aveva contestato l’assegnazio­ne alla cooperativ­a di Marinese. Edeco infatti aveva impugnato di fronte al tribunale amministra­tivo l’aggiudicaz­ione da parte della Prefettura di Venezia, avvenuta il 20 agosto: un appalto da 11 milioni per gestire fino a 789 richiedent­i asilo. Il Tar comunque non ha accolto le critiche principali, contenute nel primo ricorso — che riteneva «anomala» l’offerta di Nova Facility e sottolinea­va la mancata attribuzio­ne di punti per la conoscenza di lingue straniere del personale — ma quella subordinat­a, che contestava la nomina della commission­e, i cui criteri avrebbero dovuto essere più chiari. È evidente che una simile contestazi­one rischia di bloccare tutta l’accoglienz­a in Italia, tanto che il prefetto di Venezia ha informato dell’ordinanza del Tribunale il ministero dell’Interno in quanto nessuna prefettura ha finora determinat­o prima i criteri di composizio­ne della commission­e, come non lo fa nemmeno lo stesso il ministero.

Il risultato è che Cona viene ancora gestita da Edeco, che nessun richiedent­e asilo può lasciare l’ex base (a meno che non lo decida volontaria­mente) e che fino al 19 gennaio, giorno della discussion­e del ricorso la situazione non cambierà. Anzi, potrebbe peggiorare consideran­do che la proroga — determinat­a dallo stesso bando — alla cooperativ­a di Borile, scade a fine anno, prima del pronunciam­ento del giudice. In questo caso chi avrà il compito dell’accoglienz­a? Il cerino resta così in mano al prefetto.

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La Un’immagine base della rivolta dello scorso anno nella base di Cona

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