Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Agsm attende Ascopiave: «Mosse rapide»

- Favero

TREVISO L’advisor di Ascopiave Rotschild è già stato a Verona. E il presidente di Agsm, Michele Croce, apre al dialogo sulla formazione di un polo a tre Verona-Vicenza-Treviso: «La soluzione dev’essere rapida».

TREVISO Il consulente Rotschild sta lavorando a pieno regime per trovare un consorte ad Ascopiave. E la Borsa scommette su una soluzione rapida, visto che la società del gas di Pieve di Soligo, ieri, è stata l’unica del suo comparto a chiudere con un segno positivo (+1,82% a 3,08 euro). Ad un’aggregazio­ne con il gruppo trevigiano pare siano interessat­i in molti, da Edison, che ha mandato a sondare la situazione a Treviso come consulente l’ex governator­e della Lombardia, Roberto Maroni, ai tedeschi di E.On. Ma non sono chiuse le ricognizio­ni anche sui maggiori soggetti veneti, Agsm Verona e Aim Vicenza, questi sì ,ormai, ufficialme­nte fidanzati.

«Pochi giorni fa anch’io ho ricevuto la visita degli uomini di Rotschild – conferma Michele Croce, presidente dell’azienda scaligera – interessat­i a capire che opinione avessi sulle possibilit­à di dialogare con Ascopiave. Ho risposto ciò che vado dichiarand­o da tempo: che la concretizz­azione di un’asse tra Verona e Treviso, passando per Vicenza, sarebbe il disegno ideale per quella famosa sempre auspicata e mai realizzata multiutili­ty del Veneto. Diventerem­mo il terzo o quarto protagonis­ta in Italia e potremmo giocarcela alla pari con i sistemi ligure-piemontese, lombardo ed emiliano».

Rimane il consueto tema di fondo sulla differenza dei menu offerti da Agsm ed Aim (che si estendono anche a servizi idrici, raccolta rifiuti, teleriscal­damento, telecomuni­cazioni ed altro), rispetto a quello dei trevigiani, limitati a gas ed elettricit­à. «Ascopiave può mettere sul tavolo questi due segmenti – aggiunge Croce – e noi potremmo raggiunger­e con altri servizi aree non coperte nei territori in cui opera. Ragionamen­to tutto da perfeziona­re; se Asco preferirà rimanere nei regimi regolament­ati, amici come prima. Così come se preferiran­no altre piste». Quella lombarda di Edison, per essere concreti. Al di là di questo, poi, ci sono le turbolenze nella base dei soci. «Elemento perturbato­re che fa da variabile indipenden­te, deve per forza essere risolto per poter ragionare. Ma è anche vero che l’introduzio­ne di un progetto di aggregazio­ne con grandi ambizioni potrebbe aiutare a superare le conflittua­lità. Non aspetterem­o tuttavia a tempo indetermin­ato – conclude Croce – e se un riscontro ci deve essere questo dovrà arrivare entro poche settimane».

A chiamarsi fuori in ogni caso c’è F2i, il Fondo italiano per le infrastrut­ture di Cassa depositi e prestiti, Unicredit e Intesa che in estate aveva avanzato ai soci di Asco Holding, intenziona­ti ad esercitare il recesso in seguito al nuovo statuto, un’offerta migliorati­va rispetto a quella del cda. Trovando però una porta sbarrata. Da allora, fanno sapere da F2i, nessun altro tentativo di abboccamen­to.

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Presidente Michele Croce di Agsm

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