Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Toscani invita Lucano: «Vieni da noi a Fabrica» Ma la destra non lo vuole
TREVISO C’è chi apre le porte a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace simbolo dell’accoglienza ai migranti, e chi quelle porte le vuole chiudere. Succede a Treviso dove da una parte c’è Oliviero Toscani, autore delle famose campagne Benetton, e dall’altra un piccolo comitato trevigiano nato da una costola dell’estrema destra locale: «La nostra provincia non deve fare spallucce con chi ha tratto beneficio da una crisi migratoria che continua a lacerare il tessuto sociale italiano» attacca il gruppo. Il fotografo milanese ha offerto ospitalità a Lucano negli spazi di Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione fondato assieme a Luciano Benetton. La revoca degli arresti domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, infatti, ha reso il sindaco libero ma non potrà più abitare nel paese che amministra trovandosi senza un tetto sulla testa. Il divieto di dimora è stato deciso dal Riesame di Reggio Calabria per impedire la reiterazione del reato ma questo ha solo provocato un nuovo moto di solidarietà e sostegno a Lucano, le cui iniziative per l’integrazione sono diventate un modello. Toscani è stato fra i primi a farsi avanti ed è disposto ad aprire per lui il cuore della creatività trevigiana: «Casa nostra è casa sua, qui potrà rimanere fino a quando vorrà. Venga a insegnarci il futuro, abbiamo bisogno di lui ovunque, il nostro è un centro di resistenza». Il piccolo centro calabrese dista da Treviso più di mille chilometri ma basta la parola «migranti» per caricare la polemica politica. Il comitato «Prima i trevigiani», che è anche rappresentato in Consiglio comunale, ha preparato un comunicato per dimostrare la propria contrarietà. «Ci chiediamo come possa essere offerta ospitalità a un individuo con un carico pendente così grave – scrivono -. L’immigrazione non è il paradiso auspicato da Toscani, ma un problema serio al quale fare fronte. La Marca è stata protagonista di episodi criminosi legati all’immigrazione. Chiediamo dunque che Treviso chiuda le porte a Lucano finché sarà fatta chiarezza». «Lucano va dove vuole e io posso invitare i miei amici quando e dove voglio – ribatte Toscani -. E non me ne frega niente di quello che dice quel comitato». Sulla risposta di Lucano invece non si esprime: meglio non agitare le acque in un momento di tensione.