Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
UN VOTO CHIAVE PER IL NORDEST
C’è sempre una prima volta. E per il Trentino potrebbe cadere lunedì quando, esaurite le procedure elettorali e consumato lo spoglio, si saprà se l’unica provincia del Nordest non leghista – regione se si considera anche l’Alto Adige/Südtirol, normalmente dominata dalla Südtiroler Volkspartei (Svp) – sarà capitolata ai piedi di Matteo Salvini. Il vicepremier è stato uno dei primattori della campagna elettorale: anche ieri ha percorso il Trentino, da est a ovest, da nord a sud, mettendo sul piatto il feeling con l’opinione pubblica. Il suo attivismo non rientra nelle liturgie elettoralistiche, ma indica piuttosto la cifra di quello che la Provincia autonoma vale in questo momento. Da un punto di vista storico, perché il centrodestra non ha mai governato a queste latitudini. Da un punto di vista simbolico, perché Trentino e Alto Adige/Südtirol (in quest’ultimo la Lega può scalzare il Pd come partner di governo della Svp) sono le autonomie speciali più evolute nel rapporto benefici economici/competenze acquisite dallo Stato e dunque un nuovo campo su cui misurarsi anche in vista delle esperienze che avanzano in Veneto e Lombardia. Da un punto di vista politico, perché la caduta di una storica roccaforte del centrosinistra aprirebbe un successivo varco con direzione Emilia Romagna e Toscana, assegnando al test una valenza nazionale.