Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tacchi, briciole e lavatrice di notte Quelle liti fra vicini

- A.Al.

VICENZA La famiglia cammina dentro il proprio appartamen­to con tacchi e zoccoli, gli inquilini di sotto li denunciano in procura e, dopo quattro anni, arriva un decreto penale di condanna da 500 euro. È successo a Vicenza: «Questi casi, le liti fra vicini per rumori fastidiosi, riguardano meno della metà delle richieste che riceviamo ma sono comunque molto frequenti. È sempre meglio trovare un accordo amichevole prima di andare dal giudice» avverte Lucio Frigo, presidente provincial­e dell’Anaci (associazio­ne amministra­tori condominia­li e mobiliari). La vicenda sarebbe iniziata quattro anni fa in un palazzo di viale Margherita a Vicenza, quando una famiglia si è trasferita in un appartamen­to a lungo sfitto. Già da subito sono iniziati i problemi con gli inquilini del piano superiore: le tre donne, appunto, che camminando con le scarpe in casa la sera provocavan­o il caratteris­tico rumore di tacchi e infastivan­o i nuovi inquilini, che si alzavano molto presto al mattino per andare al lavoro. Anche l’amministra­tore condominia­le, ad un certo punto, sarebbe intervenut­o chiedendo alle tre donne di limitare i rumori, ma invano. Così gli inquilini di sotto hanno sporto denuncia per disturbo delle occupazion­i e della quiete. La sanzione è arrivata di recente.

«Casi di questa natura sono all’ordine del giorno – osserva Frigo – moltissimi vengono da me e si lamentano della signora di sopra che cammina con le scarpe col tacco. Oppure della tv troppo alta, dello sbattere di pentole, dalla lavatrice che fa rumore di notte. Io stesso una volta ho comprato a un inquilino di un palazzo i tappini in gomma per le sedie di casa sua. Sono situazioni complicate che spesso sfociano in liti, confronti e in qualche caso ricorsi al giudice: ma noi sconsiglia­mo sempre la denuncia, ci vogliono anni per i processi e l’esito non è affatto scontato». Meglio, secondo l’amministra­tore di condominio, «dialogare. La gente capisce e nel 90 per cento dei casi i problemi si risolvono».

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