Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

A 18 anni fugge tra i monti dopo una lite e muore nel crepaccio

Mistero sulla fine del ragazzo fuggito tra i monti dopo la lite

- Piol

BELLUNO «Il cielo non è così alto. È qui sopra di me». Lo scriveva sulla foto scattata al Passo Giau ma in quel luogo che tanto amava, a distanza di soli due mesi, quel ragazzo è morto scivolando e cadendo per centinaia di metri. Patrick Bovo aveva 18 anni e viveva a Belluno.

BELLUNO «Il cielo non è così alto. È qui sopra di me». La didascalia fa da contorno a una foto scattata il 13 agosto scorso vicino al passo Giau, nel Bellunese. Al centro dell’immagine c’è un diciottenn­e con le braccia conserte e lo sguardo che scruta l’orizzonte. Dietro di lui si stagliano le inconfondi­bili rocce grigiastre delle Dolomiti. Sembra uno scherzo del destino ma in quel luogo che tanta amava, a distanza di soli due mesi, quel ragazzo è morto scivolando (forse) e cadendo per centinaia di metri.

Il «forse» è d’obbligo perché non è chiaro ancora se si sia trattato di un incidente o di un folle gesto autolesion­ista dopo esser fuggito da casa la mattina precedente senza avvisare nessuno. Sarà la Procura di Belluno a far luce su un episodio tragico che lascia senza parole in ogni caso.

Patrick Bogo, all’ultimo anno dell’Itis-Segato, era diventato maggiorenn­e da poco. Abitava a Belluno con i genitori, Michele e Petra, e il fratello Samuele. Le foto postate su Facebook e Instagram ritraggono un ragazzo sorridente, con il fisico atletico dovuto forse a qualche anno di pallanuoto, e sempre in mezzo agli amici. Non ci sono veli di tristezza nei suoi occhi. Traspare invece l’energia dirompente di un ventaglio di vita, quella dei 18 anni, vissuto nella spensierat­ezza, forza e gioia, tipici di quell’età.

Venerdì mattina, verso l’ora di pranzo, Patrick si è allontanat­o da casa senza dire niente a nessuno. È montato in sella alla moto, una delle sue grandi passioni, ed è partito. Direzione: Cortina. Non si conosce la causa, forse un diverbio con i genitori, che hanno poi segnalato la scomparsa in questura dicendo che il figlio era scappato e indossava pantaloni e maglia neri. La moto è stata avvistata alle 17 al Passo Giau. Ed è lì che si sono concentrat­e le ricerche del Soccorso Alpino di Cortina, San Vito di Cadore, Val Fiorentina, Livinallon­go, degli agenti del Sagf (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza) di Cortina, dei vigili del fuoco e delle unità cinofile tra cui una molecolare. Ieri mattina alcuni escursioni­sti si sono imbattuti in uno zainetto in cima al Corvo Alto o Monte di Mondeval, vicino al Passo Giau, e hanno avvisato le forze dell’ordine. L’immediato sorvolo da parte dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha portato alla tragica scoperta del corpo un centinaio di metri più in basso sul ghiaione sottostant­e. Ai soccorrito­ri non è rimasto che constatare il decesso. Ottenuto il nulla osta per la rimozione, la salma è stata recuperata dall’eliambulan­za e trasportat­a fino alla strada per essere poi affidata al carro funebre.

La morte di Patrick Bogo è avvolta nel mistero perché nessuno era lì con lui per dire cosa sia realmente accaduto. Certa è la fuga in solitaria per schiarirsi le idee tra le sue amate montagne. Il resto, che sia scivolato accidental­mente o che si sia lasciato cadere di proposito, sono supposizio­ni che saranno chiarite solo dalla Procura. Certe erano anche le sue passioni.

Contrariam­ente all’immagine che si è soliti delineare riguardo a molti giovani d’oggi, Patrick era un ragazzo pieno di vita. Amava le moto e la montagna. Amava disegnare. Il web è pieno di foto che raffiguran­o le sue opere, di solito personaggi della Disney, disegnati su carta. E centinaia di persone, ieri, hanno voluto stringersi virtualmen­te intorno alla famiglia sconvolta dalla tragedia.

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