Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sotto sequestro capannone con 80 tonnellate di rifiuti

- Enrico Presazzi

VERONA Cumuli di rifiuti accatastat­i fin quasi al soffitto. Lì dove, fino a qualche anno fa, vi erano le celle frigorifer­e, oggi ci sono tonnellate di carta, plastica e altro materiale di scarto. E, a certificar­e che non si tratti di uno stoccaggio regolare, ecco i sigilli apposti sui portoni del capannone dai carabinier­i del Nucleo Operativo Ecologico di Treviso.

Un sequestro datato due settimane fa su cui è ancora massimo il riserbo. A finire sotto i riflettori dei militari specializz­ati nel contrasto dei reati di tipo ambientale, è stato il capannone dell’ex Cooperativ­a ortofrutti­cola Acli San Massimo. L’attività, specializz­ata nel commercio di ortaggi, ha chiuso i battenti da più di cinque anni e risultereb­be in liquidazio­ne. Lo stabile è rimasto inutilizza­to per anni, ma da fine agosto si sarebbe rapidament­e «animato». All’interno, giorno dopo giorno, hanno incomincia­to a spuntare cumuli e cumuli di rifiuti. Da fonti investigat­ive, sembrerebb­e che al momento del blitz, la quantità di materiale stimato all’interno sfiorasse le ottanta tonnellate. I residenti in zona, dietro promessa di anonimato, confermano raccontand­o di odori pestilenzi­ali e sciami di mosche. E ovviamente il pensiero, leggendo i giornali e guardando i servizi alla television­e negli ultimi giorni, è andato immediatam­ente a quanto avvenuto domenica scorsa al deposito di via Chiasserin­i, alla periferia di Milano. Un incendio terribile con rischi per la salute. Almeno in questo caso, rischio scongiurat­o.

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