Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sotto sequestro capannone con 80 tonnellate di rifiuti
VERONA Cumuli di rifiuti accatastati fin quasi al soffitto. Lì dove, fino a qualche anno fa, vi erano le celle frigorifere, oggi ci sono tonnellate di carta, plastica e altro materiale di scarto. E, a certificare che non si tratti di uno stoccaggio regolare, ecco i sigilli apposti sui portoni del capannone dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Treviso.
Un sequestro datato due settimane fa su cui è ancora massimo il riserbo. A finire sotto i riflettori dei militari specializzati nel contrasto dei reati di tipo ambientale, è stato il capannone dell’ex Cooperativa ortofrutticola Acli San Massimo. L’attività, specializzata nel commercio di ortaggi, ha chiuso i battenti da più di cinque anni e risulterebbe in liquidazione. Lo stabile è rimasto inutilizzato per anni, ma da fine agosto si sarebbe rapidamente «animato». All’interno, giorno dopo giorno, hanno incominciato a spuntare cumuli e cumuli di rifiuti. Da fonti investigative, sembrerebbe che al momento del blitz, la quantità di materiale stimato all’interno sfiorasse le ottanta tonnellate. I residenti in zona, dietro promessa di anonimato, confermano raccontando di odori pestilenziali e sciami di mosche. E ovviamente il pensiero, leggendo i giornali e guardando i servizi alla televisione negli ultimi giorni, è andato immediatamente a quanto avvenuto domenica scorsa al deposito di via Chiasserini, alla periferia di Milano. Un incendio terribile con rischi per la salute. Almeno in questo caso, rischio scongiurato.