Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stop al consumo del territorio l’annuncio di Palazzo Trissino «Da ora riuso e ristrutturazione»
Un’area di poco inferiore a 50 campi da calcio. Se Vicenza vorrà ampliare le sue dimensioni, «mangiando» dunque terreno alle aree agricole, dovrà mantenersi sotto questa soglia. Il che comporta due aspetti: «Riuso e ristrutturazione» saranno i punti centrali dell’urbanistica dei prossimi anni, ma anche «no a potenzialità edificatorie come diritti acquisiti».
Ad annunciarlo è l’assessore al Territorio, Lucio Zoppello, che ieri a margine della Giunta ha presentato la delibera per rispettare i diktat della Regione in termini di urbanistica. È in quel documento che il Comune ha indicato il tetto massimo di consumo di suolo previsto per i piani urbanistici nel capoluogo, rivedendo pure i dettami di Venezia che imponevano, in realtà, un limite massimo di 15 ettari (una dimensione paragonabile a 15 campi da calcio).
La questione nasce un anno fa, quando la Regione approva la legge 14 dedicata al contenimento del consumo di suolo in Veneto. Quel provvedimento ha un obiettivo preciso: arrivare al 2050 con il consumo di suolo per nuove costruzioni «pari a zero». Considerata la materia, occorre prendersi per tempo ed ecco, quindi, i diktat della Regione, che ha chiesto ai singoli Comuni di presentare tutta la documentazione al fine di stilare un tetto massimo di consumo di suolo - agricolo consentito per ciascun territorio. La stima è stata realizzata dagli uffici della Regione e per il capoluogo berico indicava un limite di 15 ettari di consumo di suolo per l’estensione della città.
«Abbiamo fatto presente alla Regione che per noi quella stima era insufficiente - dichiara Zoppello - e per questo abbiamo intavolato un dialogo con gli uffici di Venezia, che ci ha portato a rivedere le nostre analisi e ripresentare alcuni documenti». Risultato: ora il tetto massimo del consumo di suolo che Vicenza chiede per i prossimi anni almeno secondo i piani urbanistici vigenti - è di 48,45 ettari. «Attendiamo che la Regione si esprima - afferma Zoppello - ma abbiamo condiviso le nostre analisi con gli uffici di Venezia dunque pensiamo di poter dire che quel limite potrà essere congruo».
Nei fatti, però, il limite imposto dalla Regione produce anche un altro effetto, relativo alle potenzialità edificatorie: «In futuro dovremo puntare su riuso e ristrutturazione di zone dismesse - osserva ancora Zoppello - e considerare che le potenzialità edificatorie non potranno essere un diritto acquisito, per cui se non si costruirà entro un determinato tempo il Comune potrà anche ritirare le potenzialità concesse».
Zoppello Le potenzialità edificatorie non saranno un diritto acquisito