Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
E la città berica ripiomba dell’incubo
Messa in moto la macchina organizzativa. Sacchi e pompe idrovore nelle vie
VICENZA La stessa città che otto anni fa visse l’incubo di un’alluvione e che da almeno 3-4 anni a questa parte poteva citarlo (solo) come un ricordo, ieri è ripiombata nella paura. Messa in moto la macchina organizzativa, in attesa della piena. Il sindaco chiede l’attivazione del bacino di Caldogno.
VICENZA Sale l’acqua dai fiumi e Vicenza rivive un thriller già visto. Ma stavolta l’esito è diverso: niente alluvione solo tanta paura, molti avvisi, mani che lavorano e occhi che scrutano dati pluviometrici e letti di fiumi gonfi d’acqua. Perché il maltempo, quello sì, c’è stato e ha provocato una piena del fiume Bacchiglione che era attesa in piena notte, nelle primissime ore di oggi. Quello è stato il culmine di un’ansia durata due giorni e che ha tenuto con il fiato sospeso una città intera. La stessa città che otto anni fa visse l’incubo di un’alluvione e che da almeno 3-4 anni a questa parte poteva citarlo (solo) come un ricordo.
Da domenica quel ricordo si è trasformato, di nuovo, in sensazioni precise, preoccupazione che ha generato ansia e che ha messo in moto la macchina dell’emergenza. Un dato rende bene l’idea: il servizio di messaggistica istantanea adottato dal Comune dopo l’alluvione del 2010 ha registrato circa 700 richieste di adesione negli ultimi 2 giorni, dopo che negli ultimi (quasi) otto anni si erano iscritti in circa seimila. E proprio quei messaggi sono il leit-motiv di una giornata, ieri, passata a prevenire la piena prevista del Bacchiglione.
Il Coc (Centro operativo comunale) si riunisce fin dalla mattinata con protezione civile, Provincia, polizia locale,
Suem-118 e mette in campo il piano come da allerta, a cominciare dalle scuole chiuse ieri e oggi (deciso dalla prefettura): le previsioni che il giorno prima danno una piena alle 3 di notte vengono corrette e segnalano prima un livello massimo del fiume intorno ai 5 metri alle 22, poi spostato fino oltre la mezzanotte. Nel 2010 una piena a
6,28 metri provocò disastri in città e per questo oggi Vicenza, di fronte all’emergenza, alza gli scudi. Che in concreto significano acquadike e paratie a ponte degli Angeli, a protezione di tutta l’area di piazza Matteotti e dunque del Teatro Olimpico, ma anche «panconi» a chiudere tratti di argine lungo via Sartori, viale Giuriolo e in località Ponti di Debba. Pompe idrovore vengono posizionate in zona Stadio, in via Leoni e largo Goethe mentre duemila sacchi di sabbia vengono distribuiti in centro e nei quartieri. Si spostano le auto in alcune zone critiche a ridossso del Bacchiglione, l’ospedale libera alcuni posti letto, il Comune attiva il numero verde (al numero 800127812).
Si decide pure di tenere aperti tutta la notte Palazzo Trissino e il comando di polizia locale, mentre in via precauzionale vengono portate delle transenne vicino a sottopassi e piste ciclabili. E arriva un appello: «Non utilizzate sottopassi se allagati e tenetevi informati attraverso i canali ufficiali», dichiara il sindaco, Francesco Rucco, che oltre all’emergenza deve fare i conti anche con una serie di «fakenews» che portano a ulteriori telefonate in Comune fra cui quelle relative al presunto recupero dei giorni di scuola in occasione delle vacanze natalizie («Messaggi mandati in giro da qualche deficiente» sentenzia Rucco).
Tornando al territorio: entrano in funzione le pompe idrovore di viale Trento e di via Divisione Folgore, perché nel frattempo la pioggia continua a battere in città, anche se in serata il maltempo si attenua. La città respira un po’. Ma a fare danni ci si mette pure la pioggia e il vento: un ramo del diametro di 30 centimetri cade su un’auto (vuota) in contra’ del Pozzetto e serve l’intervento dei vigili del fuoco per rimuoverlo.
Resta sospeso un tema, ovvero l’attivazione del bacino di laminazione di Caldogno: durante tutta la giornata il primo cittadino chiede a più riprese alla Regione la possibilità di collaudarlo, ottenendo anche il parere favorevole del presidente del Veneto, Luca Zaia. Ma, almeno fino alle 23, niente da fare. «Decide il Genio civile – osserva l’assessore alla Protezione civile, Matteo Celebron – sulla base di valutazioni tecniche, per non compromettere la capacità stessa del bacino di attenuare la piena».
Sponde Messe protezioni a Ponte degli Angeli
Avvisi Iscritti in 700 al servizio di sms in due giorni
Fake Rucco: qualche deficiente si diverte dicendo il falso