Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ore a guardare il fiume «Ma siamo più sicuri»

- di Gian Maria Collicelli

VICENZA Leva’ degli Angeli, ore 16 di ieri, si studia come fissare una barriera di legno alta fino al ginocchio a protezione della porta del negozio «Magnabosco Gastone»: «Non si sa mai, dopo quello che abbiamo passato otto anni fa è meglio prevenire». Il senso della giornata di ieri, a Vicenza, sta qui. Almeno per i molti vicentini che hanno fatto i conti con l’alluvione del ponte di Ognissanti del 2010, quando il Bacchiglio­ne ruppe gli argini in diversi punti e l’acqua arrivò a lambire l’Olimpico. Quelle scene sono tornate alla mente di tanti, specie perché da diversi anni la città non vedeva l’acqua del fiume salire così alta. «In quell’occasione abbiamo dovuto rifare il negozio - affermano dal negozio di Leva’ degli Angeli - e anche se hanno fatto lavori importanti agli argini la nostra preoccupaz­ione non è tanto per l’acqua che arriva dal fiume bensì per quella che potrebbe salire dai tombini». Già, perché se c’è una cosa di cui i vicentini sembrano aver fatto tesoro è la capacità dell’acqua di filtrare da ogni pertugio: «Io le protezioni alle porte nemmeno le metto più, l’acqua se vuole passa da molte altre parti» dice Piera Bolzani, titolare della pasticceri­a di via XX Settembre e anche lei alluvionat­a nel 2010, quando l’esondazion­e del fiume le costò 150mila euro di danni. «Oggi sono più tranquilla - afferma Bolzani - spero che tutti i lavori che sono stati fatti servano proprio a evitare nuove situazioni critiche. Certo la gente è preoccupat­a e lo sono pure io, specie quando leggo i messaggi emessi dal Comune, ma penso che piuttosto di trovarsi con le strade intasate dal traffico e l’acqua nei magazzini, meglio un po’ di allarmismo in più, anche se questo per noi significa lavorare molto meno». Due civici più in là, in direzione piazza XX Settembre, l’aria è diversa nel negozio di alimentari di Agostino Toniolo, 70mila euro di danni nel 2010 per un seminterra­to allagato: «L’impression­e è che non ci siano problemi - dice Toniolo - e per ora la mia cantina è all’asciutto e spero ci rimarrà. A mio modo di vedere gli allarmi sembrano anche un po’ eccessivi, perché di lavori ne sono stati fatti e a questi livelli penso che mettano in funzione anche il bacino di laminazion­e di Caldogno. Altrimenti a cosa serve averlo fatto?».

” Spero che i lavori fatti servano ad evitare nuove situazioni critiche

” Dopo quello che è successo nel 2010 meglio prevenire e mettere le barriere

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