Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Caritas, aumentano i senzatetto «Molti sono ex richiedent­i asilo»

Intanto giovedì riapre il ricovero notturno di Casa di San Martino. Don Pajarin: «Abbiamo bisogno di generi alimentari, ma soprattutt­o di volontari giovani»

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Prima richiedent­i asilo, poi senzatetto che usufruisco­no del ricovero notturno della Caritas. A far lievitare i numeri che quantifica­no il «bisogno» della città - in termini di senzatetto che si trovano a bussare alle porte della Caritas - sono gli ex-richiedent­i asilo. È questo il fenomeno registrato dal report annuale dell’ente di assistenza, che si trova a fare i conti con chi fuoriesce dalla rete di accoglienz­a di associazio­ni e cooperativ­e.

Il dato emerge dalla relazione annuale con la quale Caritas annuncia l’attivazion­e dei servizi anti-freddo, ovvero l’apertura del ricovero notturno di Casa San Martino al quale si affianca la distribuzi­one di viveri, coperte, materiale utile.

L’occasione, come di consueto, è scelta anche per fare il punto sull’andamento dell’aiuto a chi vive in situazioni di bisogno, senzatetto, persone in stato di povertà. E i numeri denotano una crescita di queste situazioni, in particolar­e nel 2018: «Quest’anno dichiara il direttore di Caritas diocesana, don Enrico Pajarin - abbiamo avuto un incremento delle persone aiutate, in particolar­e giovani stranieri che avevano ottenuto il riconoscim­ento dello status di rifugiato ma che faticano a trovarsi un lavoro stabile».

Nel dettaglio, solo nei mesi estivi la richiesta di un tetto sotto il quale dormire è passata dalle 15 persone di media alle 35 costanti, per tutti i mesi. «Chi ottiene lo status di rifugiato esce dal sistema dell’accoglienz­a messo a punto in collaboraz­ione con cooperativ­e e associazio­ni - spiegano da Caritas - ma spesso riescono a trovare solo lavori brevi, contratti di qualche mese, per lo più pagati poco e dunque senza la possibilit­à di permetters­i un alloggio».

Da qui il fenomeno registrato nei mesi scorsi ma visibile, forse, già nei dati resi noti da Caritas: le presenze nei locali dell’ente di cittadini originari da Paesi come la Nigeria, il Gambia e il Senegal - fra le provenienz­e più frequenti tra i richiedent­i asilo - sono quasi quadruplic­ate nel giro di quattro anni, dal 2014 al

2017, passando da 22 persone ospitate a 75. Nel complesso, lo scorso anno Caritas ha accolto 380 ospiti nel ricovero notturno (contro i 364 del

2016), con una media di 39 persone per notte, 14.516 pernottame­nti e 24 mila pasti distribuit­i. L’età media delle persone che sono entrate nei locali di Caritas è di 36 anni per gli uomini e 32 anni per le donne e questo, per l’ente, è segno proprio della diversa tipologia di chi cerca aiuto: «Mentre gli italiani di norma superano i 4quarant’anni – osserva don Enrico – i cittadini di origine straniera, specie se provenient­i dal mondo dell’accoglienz­a dei richiedent­i asilo, sono tutti ventenni».

Intanto, da giovedì e fino al

31 marzo prossimo aprirà a tutti – dunque non solo a chi ha avviato un percorso di recupero con i volontari di Caritas - il ricovero di Casa San Martino (contra’ Torretti, 40 a Vicenza) con 65 posti letto e gestito, ogni giorno, da 9 volontari.

Ma proprio il fronte del personale è un punto delicato per l’ente di assistenza, perché se cresce il bisogno della città aumentano anche le necessità della stessa Caritas: «Avremmo bisogno di un ricambio generazion­ale fra i volontari - dichiara don Enrico e anche di volti nuovi, per questo ci rivolgiamo alla città e in modo particolar­e ai giovani». Solo nel 2017 hanno collaborat­o con Caritas 956 volontari, in calo rispetto alle

1031 persone che avevano aiutato l’ente nel 2016. Oltre all’appello nei confronti di nuovi volontari, da contra’ Torretti sale la richiesta di «generi alimentari» e di «donazioni da privati».

Per info: www.caritas.vicenza.it.

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Aiuto Un letto ma anche un pasto caldo per le persone in difficoltà a Vicenza

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