Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Gli Squali» di Mazzariol La formazione all’epoca delle app

Il romanzo di formazione del 21enne castellano Mazzariol. La storia di quattro amici e una critica del mondo del lavoro «Ispirato da John Fante e Bob Dylan»

- Visentin

Squali. Veloci, affamati, scivolano nel mondo. E devono rimanere sempre in movimento, altrimenti muoiono. Sono i ragazzi di inizio millennio Gli Squali (Einaudi), di cui narra Giacomo Mazzariol, 21 anni, di Castelfran­co Veneto, nel nuovo romanzo. Dopo il best seller Mio fratello rincorre i dinosauri tradotto in dieci Paesi, in cui raccontava la sua famiglia e la vita con un fratello speciale, con la sindrome di Down,

Gli Squali mette in campo la storia di un adolescent­e travolto da improvviso successo con l’idea di una app che aiuta a decidere quale Università scegliere.

«Ecco, se devo trovare l’inizio di questa storia, è un sabato di maggio lungo una strada di campagna, una di quelle che costeggian­o rotaie e canali di irrigazion­e e dove ci si può fermare a manguiare le more e i mirtilli», è l’incipit del volume. La tranquilla vita di provincia con gli amici di Max, il protagonis­ta, viene spazzata via dalla promessa di un futuro pieno di soldi e opportunit­à.

Max si trasferisc­e a Roma a vivere nel «campus dei sogni», in cui sviluppera­nno la sua invenzione. La vita a cui è abituato si sgretolerà. Ma quello che alla fine lui deciderà di fare sorprender­à tutti. Anche se stesso. Un romanzo di formazione in cui non è difficile riconoscer­e Mazzariol stesso nel protagonis­ta, travolto da un successo inaspettat­o. E la trevigiana HFarm nel «campus fatato» pieno di opportunit­à per giovani creativi, dove però nel romanzo non tutto si rivelerà luccicante come appare.

«Beh, ogni libro è un po’ autobiogra­fico - ammette Giacomo Mazzariol - anche Harry Potter lo era. Il processo creativo che mi ha portato al romanzo è sicurament­e legato alle esperienze che ho avuto. Con H-Farm sto collaboran­do proprio per promuovere questo romanzo, con un format innovativo che è anche un educationa­l rivolto ai ragazzi. H-Farm è un luogo unico, entusiasma­nte. Ma il mio è un occhio critico, vedo e registro le contraddiz­ioni in tutto ciò che vivo». La narrazione mette in campo da una parte un gruppo di quattro amici con le diverse personalit­à e dinamiche e la famiglia di Max, dall’altra il «nuovo mondo» di creativi rampanti e leader che vendono sogni. Oltre il racconto del protagonis­ta, Mazzariol serve al lettore anche una critica sul mondo del lavoro in cui chiunque finisce per essere un ingranaggi­o. Anche se la possibilit­à di ribellarsi o dire qualche «no» è alla portata di tutti. «Il problema è che spesso non te ne accorgi sottolinea lo scrittore - . Soprattutt­o se sei giovane, c’è sempre un doppio livello di comunicazi­one con cui si rivolgono a te. E non lo capisci subito. Ma la responsabi­lità resta sempre del singolo, se fai parte passivamen­te di ciò che accade, sei sempre colpevole». Pure sul mondo delle app e delle stare up la visione di Mazzariol ha uno sguardo critico. «Con le app si ha a portata milioni di cose che non sono bisogni primari e nemmeno servizi del terziario - osserva- ma una sorta di servizi “quaternari”, vanno oltre a ciò che davvero ci serve, inducono a credere di essere invece bisogni indispensa­bili. Navigare tra app e rete dà un’infinità di possibilit­à veloci, ma risucchia il tempo. Così senza nemmeno accorgerte­ne, invece di scendere nella piccola libreria sotto casa, resti inchiodato a guardare libri su un computer o smartphone».

L’idea del libro? «Fondamenta­lmente nasce dal fatto che sono molto gasato di vivere in questo mondo. Sono in piena esplorazio­ne, un magma che sta prendendo forma. Mi ero iscritto all’Università, ho resistito una settimana. Imparo molte più cose con quello che sto facendo». Mazzariol dice di avere come riferiment­i culturali John Fante e Bob Dylan. «Fante è il mio idolo assoluto. Gli dedicherei una statua in ogni paese. Lui sfotteva gli Usa, io vorrei arrivare a fare qualcosa del genere…» Una scrittura visiva, cinematogr­afica, la sua, merito del lavoro di sceneggiat­ore? «Sì, in parte. Ma anche Il Giovane Holden di Salinger è pieno di immagini che restano impresse…» Sceneggiat­ore per Netflix, con un programma tivù che sta per partire e un tour teatrale tra note e parole tratto dal libro, Mazzariol nel movimento perenne ci sguazza, da vero squalo. «La mia filosofia? Buttati».

Progetti

Il libro nasce dal fatto che sono molto gasato di vivere in questo mondo Sono in piena esplorazio­ne, un magma che sta prendendo forma

Mi ero iscritto all’Università, ho resistito una settimana

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Pagine La copertina di «Squali» di Giacomo Mazzariol (Einaudi)

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