Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Li credono morti si erano persi Anziani ritrovati

- Citter

VALDOBBIAD­ENE Erano andati a cena, si sono persi in un bosco sulle colline del prosecco. Ritrovati nel pomeriggio di ieri Eugenio Pagot e Luigina Castagnera, marito e moglie di 82 e 79 anni di Vittorio Veneto.

I loro nomi fanno pensare PADOVA a due personaggi dei cartoni animati, ma in realtà Yap e Taz sono due proteine gemelle presenti in tutte le cellule tumorali. E questo si sapeva, così come si sapeva che la proteina Brd4 possiede delle proprietà «dopanti». Una volta collegate le due informazio­ni, il sospetto è sorto spontaneo. E le verifiche in laboratori­o hanno dimostrato che in effetti Brd4 è il «doping» del cancro. La scoperta arriva dal gruppo di ricerca del professor Stefano Piccolo, docente di Medicina molecolare all’Università di Padova e direttore del programma «Biologia dei tessuti e tumorigene­si» all’Istituto Firc di Oncologia molecolare di Milano, autore di uno studio sull’iperattivi­tà delle cellule tumorali sostenuto dall’Airc e pubblicato sulla rivista scientific­a Nature Medicine a doppia firma col collega padovano Michelange­lo Cordenonsi, al primo posto tra i più letti per più di due settimane.

«Per andare alle radici del cancro — spiega il professor Piccolo — abbiamo dovuto scavare nei meccanismi fondamenta­li che normalment­e fanno funzionare le cellule normali, e da lì fare i confronti, capire cosa c’era di storto, quali interrutto­ri erano saltati e quali erano invece accesi in modo aberrante». Fuor di metafora, i ricercator­i hanno utilizzato nuove tecniche spettromet­riche di massa che consentono di isolare una proteina e trovare la lista di tutti i suoi partner. «Noi ci siamo concentrat­i su Yap e abbiamo scoperto che l’elenco delle proteine compatibil­i comprendev­a proprio Brd4 — chiarisce il ricercator­e —. Posto che la presenza di Yap è indifferen­te nelle cellule sane ed essenziale in quelle tumorali, volevamo capire perché queste ultime riescono a crescere in maniera esponenzia­le anche con meno energia e in condizioni estreme. La risposta è proprio nell’effetto dopante di Brd4, che conferisce a Yap una sorta di superpoter­e».

Il progresso non è trascurabi­le: se la scienza non ha ancora trovato la chiave per generare farmaci contro Yap e Taz, infatti, il rimedio contro la proteina «dopante» sembra molto più vicino, tanto che i ricercator­i hanno colpito Brd4 con un farmaco sperimenta­le e hanno dimostrato che questa strategia può essere efficace per combattere il cancro. «Brd4 è come un lander che cerca di atterrare su una piattaform­a — illustra Piccolo —. Se le informazio­ni vengono modificate, non riesce a legarsi con i partner che sta cercando. Il profilo di tossicità dei farmaci utilizzati non è ancora chiaro, ma questo nuovo meccanismo chemiotera­pico amplierebb­e l’offerta delle cure e potrebbe rendere sensibili alle cure anche alcune forme di tumore che hanno sviluppato una resistenza ai farmaci». La scoperta conferma anche un altro aspetto su cui i ricercator­i continuera­nno a puntare nei prossimi anni: «Il cancro è forte perché è capace di fare tante cose in poco tempo, ma la sua forza nasconde una debolezza — conclude lo scienziato —. E’ vulnerabil­e proprio perché dipende dai superpoter­i del doping, che si possono paragonare a un’assuefazio­ne».

Stefano Piccolo

Il nuovo meccanismo potrebbe ampliare le terapie e trattare tumori oggi resistenti ai farmaci

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La ricerca La scoperta dell’Università di Padova consentirà di elaborare nuovi protocolli di cura

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