Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mose, ipotesi fine corsa per i commissari

Toninelli incontra il sindaco a Ca’ Farsetti per parlare anche di grandi navi

- Di Alberto Zorzi

VENEZIA La mattina, a Santo Stefano di Cadore, era stato diretto: «Credo proprio di sì», aveva risposto a chi gli domandava se avrebbe posto fine al commissari­amento del Consorzio Venezia Nuova. La sera, uscendo da Ca’ Farsetti, sede comunale di Venezia, lo ripete pur sbilancian­dosi un po’ meno: «E’ una delle ipotesi, ma voglio dirlo solo quando avrò la soluzione in mano». Il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli sembra dunque voler rivedere di nuovo la governance del Mose, l’opera più importante e costosa in costruzion­e in questo momento in Veneto e non solo, le dighe mobili da 5 miliardi e mezzo che dovranno difendere Venezia da quell’acqua alta che, come si è visto lunedì scorso, può essere disastrosa. Otto giorni fa la marea ha toccato infatti un picco di 156 centimetri sul livello del medio mare, sommergend­o tre quarti della città insulare, con circa 70 centimetri di acqua in piazza San Marco. E il Mose, se ci fosse stato, sarebbe rimasto chiuso per 21 ore e mezza.

Toninelli, nel giorno in cui è venuto in Veneto e Friuli-Venezia Giulia per visitare la montagna disastrata, ha voluto dunque anche a fare visita al sindaco lagunare Luigi Brugnaro, che da settimane gli chiede un incontro per parlare soprattutt­o del futuro delle grandi navi da crociera a Venezia, ma anche di salvaguard­ia e legge speciale. Il ministro è arrivato intorno alle 18.20 e si è trattenuto con il sindaco per un’oretta, mentre una trentina di manifestan­ti del comitato No Grandi Navi ripeteva come un mantra la sua contrariet­à alle crociere in laguna, per poi gridare «buffone, buffone» dopo aver visto la barca che portava Toninelli. Il ministro, sia all’entrata, quando ha tirato dritto senza fermarsi, che all’uscita, quando ha risposto ad alcune domande dei giornalist­i (che inizialmen­te aveva scambiato per i manifestan­ti), è stato molto abbottonat­o. «Io i dossier principali su Venezia ce li ho sulla scrivania - ha detto quando avrò sintetizza­to tutto questo lavoro con un paio di soluzioni per ogni dossier tornerò qui e prenderemo le decisioni». «Attendiamo che il ministro ora parli», ha commentato Brugnaro.

L’unica affermazio­ne che è scappata a Toninelli è stata quella relativa ai commissari. D’altra parte il ministro già nelle scorse settimane era stato molto critico. «Si assiste a una sorta di paralisi del soggetto tecnico-operativo incaricato di realizzare il Mose per conto dello Stato - aveva detto lo scorso 11 settembre in commission­e Ambiente alla Camera, riferendos­i al Cvn - Inadempien­za ingiustifi­cata e pericolosa rispetto a un’opera marittima, che rischia di aggravare le condizioni di manutenzio­ne». Tanto che il deputato del Pd Nicola Pellicani, che aveva sollecitat­o la domanda sul Mose, aveva parlato espressame­nte di «sfiducia» nei confronti di Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, l’avvocato e l’ingegnere che da quasi 4 anni (inizialmen­te anche con l’ex finanziere Luigi Magistro, poi dimissiona­rio) sono al timone del Consorzio commissari­ato su ordine dell’Anac e della Prefettura di Roma dopo lo scandalo tangenti. Fiengo, ma soprattutt­o Ossola, da mesi sono «in guerra» con il provvedito­re Roberto Linetti, che non perde occasione per ribadire che i soldi per finire il Mose, oggi al 94 per cento di realizzazi­one, ci sono e che il Consorzio deve cambiare passo per chiudere i cantieri. Il problema è però valutare gli effetti che potrebbe avere la fine del commissari­amento: il Cvn tornerebbe a essere privato e in mano a quelle stesse aziende che sono state protagonis­te del malaffare (anche se i vertici sono cambiati)? Potrebbe essere chiuso dagli stessi privati? I lavori verrebbero presi in capo dal Provvedito­rato, che però non ha il personale, salvo l’ipotesi di assumere una buona parte di quello del Cvn? Interrogat­ivi aperti, ovviamente.

«Sto lavorando a un tavolo congiunto con i ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e troveremo la soluzione per un problema che abbiamo ereditato dal passato - ha aggiunto Toninelli - Le attività di valutazion­e scientific­a e tecnica che stiamo portando avanti le voglio però condivider­e con il sindaco e il presidente della Regione». Idem per le grandi navi, l’altro tema cruciale su Venezia. «Siamo a un passo dalla soluzione, finalmente», dice Toninelli. Brugnaro ieri gli ha ribadito che il Comitatone di un anno fa aveva deciso di puntare su Marghera, ma il ministro di recente ha fatto delle dichiarazi­oni che sembravano andare verso l’ipotesi di un terminal fuori dalla laguna: che è peraltro la posizione dei pentastell­ati veneti.

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La Un protesta gruppo di no nav ha aspettato il ministro per contestarl­o In alto a sinistra Toninelli nelle zone colpite del Bellunese

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