Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Sci, la stagione ci sarà». Piste, ecco la mappa
Si lavora senza sosta per sistemare le piste Generatori pronti per i cannoni sparaneve
VENEZIA «Oggi abbiamo rimosso un ammasso di tronchi dalla pista e ci siamo trovati di fronte a una voragine inaspettata, la pista era scomparsa per la furia dell’acqua». Stefano Illing, presidenti degli impianti a fune di Arabba-Marmolada riassume in un’istantanea ciò che sta accadendo in questi giorni sulle piste da sci delle Dolomiti, da Trento allo Zoncolan passando per l’intero Bellunese. Si lavora senza sosta per rimettere in sesto il fondo delle piste ma anche per ritarare tutti gli impianti, asciugare e sostituire le parti elettriche danneggiate dalla tempesta della scorsa settimana. Fra lo spostamento di un tronco e il «ripascimento» delle piste, ci si attacca al telefono per sapere quando arriveranno i «super generatori» che sono il vero snodo per uscire dall’emergenza. Servono centinaia di migliaia di megawatt non solo per mettere in funzione le seggiovie quanto, soprattutto, per azionare i cannoni sparaneve nelle prossime settimane, sperando in un abbassamento considerevole delle temperature.
Dopo il grido d’allarme lanciato proprio dai gestori degli impianti e confermato anche dalla Regione, nei giorni di massima emergenza, ora arriva il cambio di rotta, ovvero l’assicurazione che la stagione invernale non è a rischio. Seppur ammettendo che è già una lotta contro il tempo, il governatore Luca Zaia scandisce: «La montagna veneta sarà pronta ad aprire impianti e piste per la stagione sciistica in arrivo, già l’8 dicembre. Non ci saranno chiusure o ritardi nell’apertura della stagione dello sci. L’8 dicembre tutta la montagna veneta risponderà presente, perché tutto ciò che serve si sta già facendo. Il rilancio sarà lungo e faticoso». Gli fa eco l’assessore regionale al Turismo Federico Caner, che scende nel dettaglio: «Abbiamo due ordini di problemi e li stiamo risolvendo: l’elettricità da riportare e le piste da sistemare. Sento gli impiantisti ogni giorno e sul fronte delle piste gli escavatori sono già al lavoro, nel giro di 15 giorni saranno a posto. Sull’approvvigionamento di energia elettrica una soluzione la stiamo trovando. Anzi, abbiamo sia un piano A che un piano B. La soluzione ideale a cui si lavora, in attesa che vengano ripristinati i tralicci, è l’utilizzo di collegamenti provvisori capaci di portare i 20 mila volt necessari. Nel caso non ci si riesca, stiamo già procurando generatori elettrici ad alta performance. Indietro non si torna, alla peggio entro Natale gli impianti saranno tutti funzionanti».La vede così anche Renzo Minella, referente bellunese per l’Anef, l’associazione di categoria: «Gli impianti non hanno avuto danni strutturali, abbiamo i problemi che hanno tutti: frane, materiale in pista che stiamo rimuovendo. L’obiettivo è che sia tutto pronto per l’8 dicembre, tradizionale avvio della stagione invernale. Qualcuno arriverà un po’ più lungo ma ce la faremo». Valeria Ghezzi, presidente nazionale dell’associazione, sfodera un ottimismo più spinto: «Non escludo che ce la si possa fare già entro l’ultimo weekend di novembre. I dipendenti stanno rinunciando alle ferie, ce la stiamo mettendo tutta, e pazienza anche per i costi se serviranno i generatori, la priorità è la stagione da portare a casa. Fra gli interventi previsti su tutti gli impianti ci sono anche nuovi controlli di sicurezza, fune per fune».
Veneto
In Veneto sono un’ottantina gli impianti e una ventina i gestori. Problemi di minima già risolti a Cortina. L’elettricità manca invece sul Giau e sul Falzarego, ad Alleghe e sul Civetta, a Malga Ciapela, Rocca Pietore e Croce d’Aune, l’Alpe del Nevegal resterà senza energia per 10-15 giorni, ad Arabba la rete elettrica è stata ripristinata ma non è ancora sufficiente per garantire il funzionamento degli impianti. Ci sono stati smottamenti e frane nelle aree sciabili e allagamenti di sale macchine e garage. I danni più gravi si registrano a Malga Ciapela.
Trentino e Alto Adige
Stagione salva anche in Trentino Alto Adige e in Tonale, a tremila metri, si scia già. «In Alto Adige non ci sono stati danni strutturali» assicura Thomas Mussner, direttore di Dolomiti Superski, 1200 km di piste fra Alto Adige, Trentino e Belluno. Anche le cabinovie toccate dagli alberi a Carezza sono già state liberate. In Trentino situazione analoga. Daniele Dezulian, presidente del Consorzio val Fassa e Carezza (43 impianti in Trentino e 13 in Alto Adige): «La stagione partirà il 6 dicembre». Così come si partirà il 30 novembre a Obereggen-Pampeago, Latemar, Cermis. L’1 dicembre a Bellamonte. «Ci stiamo risollevando in fretta», assicurano dal Campiglio. Situazione sotto controllo anche sul Monte Bondone: si inizia tra il 2 e l’8 dicembre. E così pure per la Panarotta, Lavarone e Folgaria.
Friuli
E in Friuli Venezia Giulia la situazione è analoga al Veneto. Gli impianti più danneggiati sono quelli di Forni di Sopra e Sauris. Danni diffusi anche a Sappada e sullo Zoncolan. I disagi, invece, sono limitati sul Piancavallo, Sella-Nevea e a Tarvisio. «Abbiamo appena terminato una prima ricognizione - spiega Lucio Gomiero, direttore di Promotour Fvg - e i danni sono simili ovunque, con diversa intensità: alberi caduti sulle piste e sulle strade d’accesso, alcuni sulle funi degli impianti e poi, ancora, smottamenti ed erosioni delle piste. Tutte situazioni su cui si sta già operando. Diverso è il discorso sull’energia elettrica. Sappiamo che ci sono stati alcuni danni ma avremo il quadro completo solo riavviando tutti gli impianti. Sono molto fiducioso che in un mese saremo pronti per la stagione. I friulani sono tosti, ce la faranno».