Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Se la spalla dei soccorsi sono i radioamato­ri

Telefoni e internet bloccati, trentasett­e appassiona­ti hanno smistato informazio­ni chiave su medicinali, frane, generatori

- Di Renato Piva

«Aiuto! Il tetto del municipio e della scuola media non ci sono più! Sono volati via! Aiutateci! Passo...». Poi silenzio... La paura, a cellulari e computer zittiti dalla tempesta, ha cavalcato le onde radio. Notte del 29 ottobre, il lunedì del folle vento che ha mandato gambe all’aria la montagna veneta. Mauro Groppa, tecnico informatic­o, negozio a Cencenighe, testa e voce nell’etere attraverso il Radio club Cime bianche di Agordo, ricorda: «Eravamo tutti collegati. A quel messaggio dal centro operativo del Comune di Colle Santa Lucia è seguita una lunga pausa». Solo il fruscio della radio e un presagio buio: «Per fortuna sorride, ma solo adesso Groppa - quelli del centro operativo erano al primo piano. Il tetto del Cèsa dele Angele, garni che sta lì di fronte, è volato fin sulla piazza principale...». Sedici Comuni, tutti quelli dell’Agordino, collegati in un ponte radio che ha ad Agordo, nella sede dell’Unione montana, il centro operativo. La rete è quindi collegata alla sala operativa

dell’aeroporto di Belluno, che, in casi di emergenza, diventa centro di coordiname­nto dei soccorsi. Quelli del club Cime Bianche, per tanti giorni, sono stati la voce della montagna rimasta senza voce: cellulari morti, rete elettrica interrotta, computer spenti. «Il nostro club di radioamato­ri - dice il presidente, Francesco Dell’Osbel - nasce nel ‘76 dall’idea di tre, quattro soci che trasmettev­ano sulla frequenza 27 mega hertz o Citizen Band, la CB dei camionisti, per intenderci». Un po’ alla volta, il club ha riunito i vari operatori sparsi tra Conca, Val del Biois e Val Cordevole. «Fino agli anni ‘90, il club ha trasmesso e ricevuto su quella frequenza e ha fatto collegamen­ti radio, oltre che tra di noi, a supporto di manifestaz­ioni sportive, come ciclismo, sci e corse in montagna. Oltre a questo, qualche sporadico intervento in aiuto alla Protezione civile». Dai ‘90 la cosa è cresciuta. Alcuni operatori sono diventati radioamato­ri (serve un patentino, il ministero delle Telecomuni­cazioni chiede un esame) poi altri ancora. «Oggi Cime bianche ha 37 iscritti e una ventina di radioamato­ri patentati», ricorda Dell’Osbel. Nel presente, soprattutt­o, i sindaci dell’Alto Agordino, da Cencenighe in su, e di buona parte della Conca, hanno una ricetrasmi­ttente programmat­a sulla dorsale del radio club. Nel disastro, le onde radio hanno fatto da sinapsi al cervello dei soccorsi, altrimenti paralizzat­o. «Per prima cosa - ancora Dell’Osbel, nominativo radioamato­riale IK3MUI - abbiamo coordinato la raccolta di medicinali per chi ne aveva necessità: dializzati, anziani, bambini e case di riposo. Poi abbiamo smistato notizie su viabilità e forniture di energia elettrica, gestendo le richieste di gruppi elettronic­i durante il black out». Strade, fiumi, acquedotti, rete elettrica e fognaria: i tecnici che hanno risposto all’emergenza sono stati guidati via radio: «Abbiamo dato per primi, e dico purtroppo, la notizia del morto annegato di Falcade, Ennio Piccolin...». Impegno H24, che dura tutt’ora. «Ho passato alla radio le prime due notti del disastro. Ricordo di Alleghe che mi chiedeva ruspe per lo Zunaia che era uscito dall’alveo, con l’acqua che stava arrivando al parcheggio dello stadio», racconta Diego Zasso, agente di polizia di Agordo, altro del club. Anche per lui memorie di paura: «Ci avevano segnalato una frana nella zona di Falcade. Temevamo che il materiale caduto avesse formato una diga sul Bios, e che, una volta superata, l’acqua avrebbe invaso l’abitato di Cencenighe». I ragazzi di Cime Bianche hanno fatto anche da postini, richiamand­o chi cercava amici e familiari senza poterli contattare, chiamando in zona chi potesse raggiunger­li. E sì che la radio pare roba da anni Settanta. «Mezzo obsoleto? É pienamente efficace, invece. Internet e telefoni sono tecnologie tanto potenti quanto fragili». Parola di radioamato­re. La montagna conferma.

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Quelli del club Il Radio club Cime Bianche di Agordo, 37 soci iscritti, fondato nel 1976

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