Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La banda che fa razzia di computer a scuola
Saccheggiato l’istituto tecnico di Schio, un mese fa un raid identico nel Trevigiano
SCHIO Potrebbe esserci una banda specializzata dietro il colpo messo a segno la sera di lunedì ai danni dell’istituto tecnico «De Pretto» di Schio. Un bottino di trentasei pc, per un valore, quantificato dalla stessa scuola, di ventimila euro. Trentasei, cioè uno per classe: un danno non solo economico ma anche didattico, come evidenziato dal dirigente Alberto Frizzo, visto che gli studenti così non possono svolgere le lezioni multimediali né tantomeno utilizzare le lavagne interattive. Una «mancanza» che farà più male soprattutto agli studenti di quinta che dovranno affrontare la maturità.
Ma non è un caso isolato. Meno di un mese fa, il 10 ottobre nel Trevigiano, nel corso di una notte erano spariti tutti i computer (tredici in tutto) donati dal Comune di Montebelluna alla media Papa Giovanni XXIII. Colpi forse su commissione, forse opera di una stessa banda che sta passando in rassegna più province. E che probabilmente sa già come e dove piazzare la merce. Facilmente rivendibile nel mercato nero.
Il modus è sempre lo stesso: entrano quando l’istituto è chiuso e razziano il materiale informatico, sapendo dove trovarlo. I carabinieri di Schio hanno già acquisito una serie di elementi – tra cui le immagini registrate dalle telecamere – per arrivare a chiudere il cerchio sui responsabili. A Schio, a marzo 2017, c’era già stato un furto in una scuola media, la «Don Gnocchi», e allora erano stati alcuni imprenditori della zona a ricomprare i quattordici computer rubati. Scuola, professori e studenti dell’Itis De Pretto sperano ora che possa riaccadere, che qualcuno provveda a ricomprare o far avere quel materiale che risulta importante per la formazione dei ragazzi. Tanto che è scattato l’appello, diventato virale, perché qualche generoso faccia tornare in classe i pc, che si collegano alle lavagne multimediali, che ora proprio per questo sono fuori uso. Decine di messaggi e appelli in rete, a partire da Facebook, con la speranza di avere in tempi brevi un riscontro, di ottenere in regalo dei pc, anche usati, da genitori o privati.
Sono 36 i pc rubati, ogni aula è stata passata al setaccio dai malviventi Scuola, professori e studenti chiedono aiuto: «Aiutateci a ricomprare tutto»