Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Miteni, ore decisive per il fallimento

Il tribunale si esprimerà oggi. La Regione chiederà gli ammortizza­tori sociali

- Benedetta Centin

VICENZA Miteni Spa: è attesa per oggi la decisione del tribunale fallimenta­re di Vicenza sull’azienda chimica di Trissino considerat­a la principale responsabi­le dell’inquinamen­to da Pfas. A 24 ore dall’udienza che si è tenuta ieri, presente l’ad Antonio Nardone. Eppure il fallimento potrebbe non essere la via obbligata. Quanto ai 121 dipendenti per i quali è stata aperta la procedura di licenziame­nto collettivo la Regione si attiverà con ammortizza­tori sociali.

VICENZA Conti ogni giorno sempre più in rosso, produzione bloccata – anche se l’azienda, che ha presentato istanza di fallimento, vorrebbe riprenderl­a per riuscire ad evadere gli ordini e ottenere liquidità - , una bonifica in atto e 121 dipendenti che attendono di incassare alcuni stipendi. E per il futuro dei quali si è già mossa la Regione Veneto: è di ieri un lungo incontro a Venezia tra l’assessore Elena Donazzan con sindacati e le Rsu, rappresent­anze sindacali interne all’azienda.

Sarà il tribunale fallimenta­re di Vicenza a decidere – probabilme­nte già oggi - sulla Miteni, l’azienda chimica di Trissino al centro di un’inchiesta penale sull’inquinamen­to da Pfas. Una decisione già a ventiquatt­ro ore dall’udienza, la prima, che si è tenuta davanti al collegio di giudici (Giuseppe Limitone, presidente di sezione, Silvia Salterelli e Luca Ricci), da ieri pomeriggio in camera di consiglio. Presenti all’udienza di ieri, che si è tenuta al secondo piano di palazzo di giustizia, l’amministra­tore delegato di Miteni Antonio Nardone con i suoi legali, il commissari­o giudiziale Domenico De Rosa, e in seconda fase il comune di Trissino (con l’assessore Giampietro Ramina e un tecnico) e i sindacati, anche quali creditori. Tutti con le bocche cucite una volta fuori dall’ufficio di Limitone. Eppure il fallimento potrebbe non essere la via obbligata consideran­do la portata della vicenda, vista in tutti i suoi aspetti: da quello economico e occupazion­e alla questione sicurezza e bonifica (nei giorni scorsi Miteni ha presentato agli enti pubblici un piano di bonifica da 100 milioni oltre che, l’altro ieri, un piano di nove settimane per garantire lo svuotament­o degli impianti). E poi, appunto, c’è lo spegniment­o controllat­o della Spa, fase delica- ta, questa, sui cui stanno vigilando i vari enti, in primis il Comune di Trissino. Oltre che una corposa inchiesta penale ancora aperta. Ora, con questi presuppost­i, si potrebbe andare in una direzione diversa dalla procedura di fallimento, con lo sforzo di trovare una soluzione che contemperi tutti gli aspetti e le esigenze del caso. Certo, una soluzione non semplice consideran­do il complesso quadro nel suo insieme, ma forse doverosa. Toccherà comunque aspettare, almeno fino ad oggi.

Di certo c’è che l’azienda, che negli ultimi due mesi ha perso qualcosa come 1,3 milioni, ha aperto la proceduta di licenziame­nto collettivo dei dipendenti e ha presentato istanza di autofallim­ento. Proprio così, autofallim­ento visto che non sono stati i creditori a formalizza­rla. La situazione, disastrosa, a partire dai bilanci (la liquidità è passata da 3 milioni di luglio ai 750mila euro di settembre), non permette infatti alcun concordato preventivo, la cui procedura era stata avviata a maggio, affidata al commissari­o giudiziale Domenico De Rosa. La situazione finanziari­a è peggiorata anche a causa del blocco della produzione, senza quella boccata di ossigeno (da 4 milioni) chiesta alla proprietà e non ottenuta. Tanto che non c’è concordato né piano industrial­e per approdare alla salvezza che possano esistere oggi. Ed ecco perché Miteni ha portato i libri in tribunale.

Sul fronte occupazion­ale invece si è già mossa la Regione, con l’assessore al Lavoro Elena Donazzan, che ieri pomeriggio ha avuto un lungo incontro fino a sera con i sindacati e le Rsu. «La priorità oggi è la messa in sicurezza degli impianti – ha detto Donazzan - e c’è bisogno dello sforzo dei lavoratori. A patto che si lavori in sicurezza e che si venga pagati» la risposta dei sindacati. Per Raffaele Consiglio «un incontro positivo, che ha visto istituzion­i e organizzaz­ioni sindacali allineate per tutelare i diritti dei lavoratori e la sicurezza di tutta la comunità – le parole del segretario provincial­e di Cisl Vicenza - L’occasione per fare chiarezza sulla disponibil­ità dei lavoratori a garantire la sicurezza dell’impianto, certo a fronte delle necessarie tutele per la sicurezza degli operatori stessi». Verena Reccardini, segretaria della Filctem vicentina commenta: «Un incontro interlocut­orio, utile la situazione è seria, complicata. L’assessore ha fatto sapere che solleciter­à il ministero per la richiesta degli ammortizza­tori sociali e si attiverà anche per la formazione e l’accompagna­mento dei dipendenti verso nuovi posti di lavoro. Rimane da verificare l’applicabil­ità del cronoprogr­amma proposto dall’azienda».

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 ??  ?? Tempi L’ad Antonio di Miteni stretti Nardone, ieri in tribunale Sopra una delle tante protesta contro i Pfas e la Miteni stessa
Tempi L’ad Antonio di Miteni stretti Nardone, ieri in tribunale Sopra una delle tante protesta contro i Pfas e la Miteni stessa

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