Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il pusher, nigeriano, 21 anni, era ospite alla caserma Serena: venerdì scorso il fermo

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O.F., incensurat­o, ospite della caserma Serena da un paio d’anni, era stato seguito per mesi dalla polizia locale, che sospettava fosse uno spacciator­e. Fermato lo scorso venerdì sera, era risultato in possesso di 250 grammi di marijuana già suddivisa in dosi, pronte per essere consegnate ai pusher del centro storico; altri 240 grammi di erba erano stati ritrovati nella sua camera all’interno del Cas (Centro di accoglienz­a straordina­rio). In un cassetto chiuso a chiave c’erano anche 230 euro in contanti, una carta di credito prepagata, un’agendina con i nomi dei piccoli spacciator­i che riforniva, un bilancino di precisione e un cellulare. Ma mentre lo stupefacen­te era stato sequestrat­o, il giudice aveva ordinato la restituzio­ne delle restanti proprietà, perché non era stato possibile ricondurle ai proventi dello spaccio.

«Rimarrà impunito, questo non è rispetto nei confronti delle forze dell’ordine che hanno condotto l’operazione – aveva gridato allo scandalo Conte, invocando l’intervento di Salvini -. Va rimpatriat­o, scriverò subito al ministro». L’eco mediatica dell’episodio era stata immediata e molto vasta: il nigeriano non era nemmeno stato allontanat­o dalla struttura di accoglienz­a. In realtà, a Conte non è servito scrivere, perché c’è stato un breve incontro vis a vis con il vicepremie­r nei giorni scorsi e meno di una settimana dopo è arrivata la risposta. «Abbiamo spinto perché questa vicenda finisse sul tavolo della

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