Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Maggioranza, prime tensioni Siotto: Berengo si dimetta
Le ragioni sono VICENZA considerate «debolissime», la scelta «lascia perplessi» e dunque il giudizio è pesante, tanto da portare a una richiesta di dimissioni dal ruolo di consigliere comunale nei confronti di un loro ex-collega. La lista di maggioranza #Ruccosindaco si scaglia contro il «dissidente» Andrea Berengo e alza i toni di uno scontro che infiamma il clima politico all’interno della maggioranza di Palazzo Trissino. Il gesto al centro del contendere è l’annuncio effettuato mercoledì da Berengo - consigliere comunale di 43 anni eletto nelle fila della lista #Ruccosindaco - che ha dichiarato di lasciare la realtà civica per approdare nel gruppo misto, in virtù dell’adesione al partito Fratelli d’Italia (privo di un gruppo consiliare). La scelta di Berengo non cambia i numeri dei sostenitori della Giunta del sindaco, Francesco Rucco, perché lo stesso partito della leader nazionale Giorgia Meloni è stata fra i primi sostenitori della candidatura di Rucco a primo cittadino.
E però, se non porta conseguenze dirette, la scelta fa male ai suoi colleghi della lista civica, che reagiscono in modo netto: «Dovrebbe dimettersi da consigliere comunale - dichiara la capogruppo Simona Siotto perché è stato eletto con i voti della lista civica ma ora è un esponente di partito. Poteva iscriversi al partito in campagna elettorale, probabilmente non sarebbe stato eletto, ma almeno avrebbe dimostrato una coerenza di visione e di condotta che oggi tradisce». Fra le motivazioni di Berengo è emerso il desiderio del consigliere, nelle settimane dopo le elezioni del 10 giugno scorso, di ottenere una delega allo sport, finita infine nelle mani dell’assessore Matteo Celebron (Lega). «Una motivazione che si commenta da sè - è la tesi della lista civica - e definisce la differenza del nostro modo di intendere la politica, ovvero fra il civil servant e l’ambizione personale. Ma fa anche sorridere perché Berengo lascia un gruppo consiliare, all’interno del quale sino al giorno prima ha fatto e detto poco, sulla strumentale pretesa di volersi oggi occupare di sport, quando tale attività ben avrebbe potuto essere svolta all’interno del gruppo che lo ho portato all’elezione».