Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il caso Ezra Pound Il cantore di Venezia e le sue ossessioni

- Veronica Tuzii

Al centro del palcosceni­co è rinchiuso dentro una gabbia, la stessa che nell’estate del 1945 lo ospitò, sessantenn­e, nel campo di prigionia dell’esercito americano a Pisa. Seguirono 13 anni in un manicomio criminale a Washington. Ezra Pound fu liberato nel 1958, ma in realtà da quella reclusione non è mai uscito. A 70 anni dalla pubblicazi­one dei Cantos il Teatro Stabile del Veneto rende omaggio a uno dei poeti più discussi e controvers­i con Ezra in gabbia. O il caso Ezra Pound, in prima nazionale, evento-clou di un palinsesto di iniziative volte a tirare fuori dalla gabbia del ‘900 quel gigante del silenzio profeta della contempora­neità. Al Teatro Goldoni di Venezia il 16 novembre alle 20.30 (in replica il 17 alle 19), diretto da Leonardo Petrillo e interpreta­to da Mariano Rigillo, «lo spettacolo porta in scena le ossessioni di Pound, l’ultimo cantore di Venezia», marca Petrillo. Quella Venezia dove Pound è seppellito, città che ora vuole restituire dignità e voce al poeta, al di là delle ideologie. Inserito nel programma «VenEzra» ideato da Francesca Barbi Marinetti e Leonardo Petrillo, il 16 prima dello spettacolo verrà proiettata un’intervista di Pier Paolo Pasolini a Pound realizzata nel 1968, preceduta a sua volta da una conferenza-spettacolo di Marcello Veneziani. Il progetto riprenderà in primavera con The Banquet, inedito teatrale di Pound per la regia di Giancarlo Marinelli.

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Sul palco A sinistra, Mariano Rigillo nei panni di Ezra Pound A destra, una sala della mostra padovana dedicata ai giochi «antichi»

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