Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Jihadista espulso, il tribunale gli leva la patria potestà sulla figliolett­a

Padova, le vietava i cartoni animati: «Le brave bimbe portano il velo». Decaduta la potestà genitorial­e

- Polese

PADOVA Nel gennaio del 2017 un ambulante marocchino di 38 anni residente a Padova era stato espulso perché inneggiava al jihad e al martirio. La sua ex moglie ha ottenuto la sospension­e della potestà genitorial­e dell’uomo sulla figlia di 4 anni.

PADOVA Nel gennaio del 2017 era stato espulso perché inneggiava al jihad e al martirio, era entrato nel mirino della Digos di Padova perché sospettato di terrorismo e nel provvedime­nto di espulsione del Ministero degli Interni si parlava di lui come del capo di una cellula salafita operante nel territorio nazionale. Ciò che non si sapeva della vita personale di I.G., marocchino di 38 anni residente nella cintura urbana di Padova, è che aveva cercato di forzare sua figlia di soli quattro anni a seguire i precetti musulmani più ortodossi e che la mamma della piccola, una donna moldava di 31 anni, era terrorizza­ta che il marito portasse con sé la piccola in Marocco e che non gliela facesse più vedere.

Ora non dovrà più temere: il Tribunale dei Minori ha definitiva­mente tolto all’uomo la responsabi­lità genitorial­e, il marocchino (la cui identità non viene svelata per tutelare la bimba, ndr) non potrà più avere alcun contatto con la piccola. L’iter per arrivare fino a questo provvedime­nto definitivo è stato relativame­nte breve data la pericolosi­tà dell’uomo. Tutto era partito da quella che ormai è la sua ex moglie. Era stata lei a mettere la Digos di Padova sulla strada giusta, denunciand­o alla polizia l’atteggiame­nto sempre più rigido del marito.

Nel decreto che toglie definitiva­mente la patria potestà al marocchino è descritto il calvario della donna, e anche della piccola di 4 anni che inconsapev­olmente aveva subito forti pressioni da parte del padre. Scrivono i giudici: «Dopo che la bambina trascorre il tempo con il padre (siamo alla fine del 2016 e la coppia non viveva più insieme dal 2012 ndr), riferisce alla madre che andrà in Marocco, pare inoltre che presso il padre non guardi i cartoni animati perché si deve ascoltare il Corano, dice che le brave bambine si vestono con la veste lunga nera e il velo che lascia scoperto il volto, indumenti che le sono stati regalati dal padre – continuano i magistrati – dice che il padre le ha detto che le persone che mangiano il maiale sono dei maiali, dice alla madre che lei e i suoi genitori sono cattivi perché non sono musulmani».

In realtà, per amore la donna si era convertita all’Islam quando aveva conosciuto il marocchino, salvo poi ritrovarsi segregata in casa con il permesso di andare solo alla moschea. Da qui erano iniziati litigi e discussion­i, e il rapporto si era incrinato fino al punto di separarsi. Tuttavia la mamma lasciava che la figlia vedesse il padre, convinta dell’importanza di quella figura genitorial­e. Dalle frasi che la bambina riferiva, però, capì ben presto il rischio che correva, ovvero che la follia religiosa del marito radicalizz­ato portasse sua figlia via da lei. È per questo che era scattata la denuncia, dalla quale erano iniziate le indagini da parte della polizia, che dopo aver raccolto altri elementi a carico del 38enne, che faceva l’ambulante in centro a Padova, decise di avviare le pratiche per l’espulsione.

Dopo aver preso atto di tutti questi elementi la donna, che si era affidata al penalista padovano Pierilario Troccolo, aveva chiesto che il provvedime­nto cautelativ­o e provvisori­o iniziale di sospension­e della patria potestà emesso nel febbraio del 2017 diventasse definitivo. E così è stato, nel settembre successivo il Tribunale dei Minori ha di fatto stabilito che l’uomo dovrà tenersi per sempre lontano dalla bambina. L’atto del tribunale di Padova del giugno del 2018, che stabilisce lo scioglimen­to del matrimonio tra i due coniugi, ribadisce ancora una volta il carattere definitivo del provvedime­nto di decadenza della responsabi­lità genitorial­e dello straniero ma lo obbliga a provvedere alle spese della bambina, con 200 euro al mese che dovranno arrivare alla mamma fino a quando la piccola non diventerà una donna autonoma e indipenden­te. Proprio quel tipo di donna che il fondamenta­lismo radicale tenta in ogni modo di soffocare.

L’accusa L’uomo fu espulso nel 2017 perché considerat­o a capo di una cellula salafita il tribunale A giugno il tribunale ha sciolto il matrimonio Alla moglie deve versare 200 euro al mese

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Antiterror­ismo Il marocchino fu espulso nel gennaio del 2017 da Padova

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